| (Diario,5 Luglio 2016)
La prima volta che l’ho visto fu nel suo studio,ad inizio marzo.Con l’apertura della porta entrò un uomo in velocità..scattante,di corporatura normale,non alto,il viso stanco.Mi chiesi se fosse lui e dopo qualche minuto ne ebbi conferma.
Il colloquio fu simpatico,lui attento ma sbrigativo,io fintamente rilassata sulla sedia,fintamente calma e con poca voglia di tirarla per le lunghe.Mi piacque la forza che emanava,era (è) energetico e dinamico.
Osservandolo mi sono chiesta quanti anni avesse e ho scoperto solo recentemente che ne ha 56,cosa che mi ha lasciata di stucco,la sua presenza fisica lo agevola notevolmente in quel senso. Ha un tic alla bocca..molto particolare,sembra quasi che sorrida ma in realtà stira il labbro superiore sui denti,scoprendoli..una cosa che dura pochissimo ma che si ripete abbastanza sovente.Presumo che i suoi frequenti sorrisi siano un po’,anche,una tecnica per velare questa sua caratteristica.Bel sorriso,sguardo vivacissimo,semplicità e spontaneità rivestono nella mia mente l’immagine di un perfetto sconosciuto.
Finita la visita e presi accordi mi accompagnò fuori,parlò qualche minuto alla segretaria mentre aspettavo in sala d’aspetto.Quando tornò da me mi si mise di fronte,avendo io un po’ di tacco quel giorno i nostri sguardi erano praticamente alla stessa altezza..rimase immobile con lo sguardo fisso nel mio,che rimase fisso nel suo,dandomi il tempo di formulare interi pensieri nel frattempo.Sembrò un’infinità ma possono essere passati,forse,6 o 7 secondi? infine mi salutò e tornai verso la stazione.
Sono passati più di due mesi e lo rivedo dopo l’operazione,ancora un po’ intorpidita ci scambiamo due parole su un accaduto che ci fa sorridere.
L’ultima volta lo rivedo il giorno che mi dimette..passa davanti alla porta e butta un’occhiata distratta dentro,va oltre per poi tornare subito indietro e si affaccia sorridendo “arrivo subito” mi dice.Quando torna mi spiega tutto,sembra voler insistere a parlarmi ancora ma c’è la signora mia compagna di stanza,sua paziente anch’essa,che aspetta notizie e lui gira la testa ripetutamente a lei per poi tornare da me.Da parte mia riceve semplicemente un grazie e una faccia con su stampato un sorriso riconoscente,non sapevo fare di più..avrei voluto avere un filino d’erba a cui aggrapparmi per poter creare un ponte ma non c’era o io non l’ho saputo trovare.
E’ finito così un incontro straordinario per l’entità dell’esperienza e per quel piccolo focolaio a cui quello sguardo ha dato miccia.
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