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BULIMIA E ANORESSIA – TRA COMPULSIONE E CONTROLLO, Significati psicologici

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view post Posted on 3/10/2017, 20:27     +1   -1
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BULIMIA E ANORESSIA – TRA COMPULSIONE E CONTROLLO


Significati psicologici: come individuarne le radici nel tema natale


Conferenza di Lidia Fassio

Prima di iniziare a parlare delle problematiche che riguardano il rapporto con il nutrimento e l’alimentazione, e prima di individuarne le eventuali radici in un tema natale, desidero ricordare che l’astrologia presenta ancora un grande limite – probabilmente dovuto alla nostra incompletezza nell’interpretazione – poiché, mentre da una parte ci mostra con esattezza quelle che sono le potenzialità di base, dall’altra, proprio in virtù del libero arbitrio a cui gli uomini fanno capo, non ci dice in che modo queste si esprimeranno e, ancor meno, con quale intensità...
L’astrologia è un sistema di interpretazione simbolica, ma noi tutti sappiamo che i simboli possono esprimersi a livelli molto diversi e con intensità molto diverse, ragion per cui, quando il tema natale rivela una potenzialità, non si possono fare in nessun caso previsioni ma si può invece sottolineare il fatto che se la dinamica esiste richiederà una elaborazione al fine di poterla vivere ad un livello costruttivo anziché distruttivo.

Fatta questa premessa, devo anche dire che un 30-40% di persone che hanno una dinamica di tipo alimentare sono affette da problemi di ordine fisico che riguardano il funzionamento metabolico del cervello e, in teoria, non dovrebbero entrare nei casi di cui andrò a parlare. Personalmente sono convinta che tutte le problematiche si esprimono sui due piani (fisico e psichico) anche se su uno con maggior intensità che sull’altro, comunque non voglio entrare nel merito di questa parte di soggetti anche perché non ne ho la competenza. In questa conferenza mi riferirò esclusivamente a quei casi in cui è esente la causa biologica, mentre è certa la radice psicologica.
Per iniziare, ANORESSIA e BULIMIA sono manifestazioni sintomatiche di una problematica unica anche se solitamente si pensa che siano due diverse; è invece pensiero comune a livello di psicologia che quasi tutte le persone anoressiche siano anche bulimiche e che le bulimiche siano potenziali anoressiche o, meglio ancora, anoressiche mancate. In queste problematiche i confini tra normalità e patologia non sempre sono ben definiti perché in questa precisa fase storica la magrezza – anche eccessiva – spesso viene mostrata come un modello di bellezza contemporanea e persino anche molto apprezzata.
Nella bulimia generalmente non è visibile alcun segno esterno: la donna, pur essendo ciclicamente preda di alimentazione compulsiva riesce a mantenere il controllo esterno del peso grazie ad un rapporto molto singolare con il cibo; questa patologia può perdurare anche per molto tempo senza che il mondo esterno, i conoscenti o gli amici possano rendersene conto. Le bulimiche generalmente scelgono di vivere sole, in questo modo possono apparire assolutamente normali nel sociale e al lavoro perché vivono la loro “compulsione” in perfetta solitudine fra le mura domestiche.
Le dinamiche alimentari – almeno inizialmente – si possono nascondere dietro alle diete, dietro al culto di una immagine “di moda” e spesso anche dietro ad un ideale assolutamente falsato di “salute e fisicità” accettato ed ostentato da tutta la società occidentale. In effetti, uno dei grossi problemi della nostra epoca è quello di aver perso il senso del benessere del corpo per cui molte persone si costringono ad andare in palestra, fanno footing in maniera esagerata, non mangiano, si privano praticamente di qualsiasi forma di gratificazione non per una questione di “salute” ma per “immagine”; moltissime persone non pensano a “sentirsi in forma”, ma solo ad “apparire in forma”, ovviamente poi, l’ideale a cui si ispirano è quello alla moda, quello delle modelle per intenderci, per cui vogliono un corpo magro, tonico, elastico e muscoloso, possibilmente compatto, in grado di muoversi a comando: in poche parole trattano il loro corpo come se fosse una macchina che deve risponde ed eseguire ciò che la testa impone e, soprattutto, un corpo che non deve mostrare cedimenti o imperfezioni. Esempi limite li vediamo in quelli che praticano il body-building e che usano i pesi per sviluppare muscoli; è provato ormai che queste performances sono dannose alla salute sia fisica che mentale, eppure non ci pensano: la muscolatura sviluppata fa apparire belli e in forma per cui, anche se è provato che nel tempo riduce la spontaneità e la vitalità del corpo fino ad interferire in maniera evidente e negativa sulla respirazione, chi pratica body-building sostiene che sono tutte illazioni che mettono in giro gli invidiosi, quelli che non hanno la “volontà” per sottoporsi alle ore di allenamento necessarie per avere un fisico perfetto…
Ci sono anche testi che inneggiano all’addome piatto, che, guarda caso, si può ottenere esclusivamente a spese dei muscoli addominali che si devono tendere al punto tale da impedire sul piano fisico la respirazione e generando invece, sul piano psicologico, la contrazione e il blocco dei sentimenti.

Desidero precisare che sotto il nome di “anorexia nervosa” si trovano due sottocategorie di persone:
- quelle affette da bulimie, che presentano iperfagie incontrollate accompagnate da comportamenti tendenti a prevenire con mezzi assolutamente efficaci anche se dannosi l’aumento di peso non voluto: tra questi il vomito provocato, l’uso di lassativi e diuretici e l’iperattività fisica;
- quelle invece affette dal tipo restrittivo in cui non ci sono episodi di iperfagia né comportamenti compensatori, ma solo una continua e graduale rinuncia al cibo.
Queste patologie sono in continuo aumento nei paesi occidentali mentre sono praticamente assenti nei paesi del terzo mondo, in Asia e in Sud America. Sembra dunque che da un lato si inseriscono nelle patologie dei paesi in cui regna l’abbondanza, infatti, dove c’è carenza di cibo sono sconosciute; dall’altro invece è evidente che c’è qualcosa di perverso nei sistemi di vita di questi paesi, che grida attraverso queste sindromi.
Un altro punto da sottolineare è che si tratta di malattie che non hanno cause organiche: nonostante i molteplici sforzi e i più moderni strumenti di analisi non si sono riscontrate alterazioni patogene né degenerazioni di tessuti o cellule: in pratica questo dà la certezza che l’anoressia e la bulimia sono malattie con cause psichiche in cui la personalità dei soggetti interessati, la loro interpretazione della realtà e la costellazione familiare giocano un ruolo decisivo nel portarli ad esprimersi attraverso questo sintomo.
Per capire le ragioni dell’anoressia-bulimia bisogna quindi partire da una visione deformata della realtà: le future anoressiche continuano a stare a dieta anche quando l’obiettivo auspicato è già stato raggiunto e superato da tempo. Sono soggetti che vedono il loro corpo non come un insieme armonioso, ma come un ammasso di pezzi separati: si concentrano sulle cosce, sulla pancia, sui fianchi, ecc. Il loro limite non c’è, o meglio viene costantemente spostato per non raggiungerlo.
C’è quindi alla radice un disturbo nell’immagine corporea che si consolida in una ricerca ossessiva di magrezza; questo disturbo è anche il più difficile da confutare in quanto assume il tono di una vera e propria ossessione. La parola ANORESSIA è però fuorviante nel suo termine, in quanto significa “mancanza di appetito”, mentre in realtà l’anoressica è una persona che soffre la fame, anche se non potrebbe mai accettare di affermarlo. La sua, infatti, è una vera e propria battaglia interna con il cibo, che è la cosa che desidera di più al mondo, pur negandoselo e di conseguenza rinunciando a nutrirsi.
La cosa principale è che queste malattie richiedono una grandissima dose di energia e di volontà: chi è debole non potrebbe mai intraprendere questo tipo di “sintomo”, proprio perché richiede perseveranza e costanza oltre che grande investimento energetico per essere realizzato. Le ragioni per cui una ragazza sana decida ad un certo punto della sua vita di investire tanta energia nel disturbo alimentare possono e devono essere ricercate nella terapia individuale: infatti solo durante il trattamento potranno venire alla luce le cause iniziali che hanno motivato la scelta di questo tipo di sintomo attraverso cui comunicare al mondo il proprio disagio interiore; è chiaro che c’è qualcosa nella famiglia, nella madre, nel tipo di educazione e nello stile che è stato assunto per rapportarsi alla figlia. E’ altresì ovvio che quando sono marcatamente sottopeso questi soggetti presentano una serie di sintomi collaterali che vanno dalla depressione all’isolamento sociale, ai disturbi dell’umore, irritabilità e insonnia, oltre a disturbi della sfera sessuale.

Vediamo dunque di comprendere la personalità dell’anoressica

Per prima cosa, anche se l’eziologia di questa sindrome non è ancora totalmente chiara e svelata, sembrerebbe esserci un comune denominatore rappresentato da un ruolo pressoché patogeno della figura materna che quasi sempre è troppo rigida e quindi incapace di fornire risposte adeguate. Proprio per la sua difficoltà a comprendere i veri bisogni della figlia, non ne premia in alcun modo lo svincolo e l’indipendenza anzi, lo blocca; spesso la madre, per usare un simbolo per noi comune, è “saturniana”, ovvero è una donna dedita al lavoro e alla famiglia, al dovere soprattutto, risponde alle convenzioni e alle norme sociali che assumono per lei un’importanza straordinaria.
La Palazzoli Selvini ha definito spesso queste donne come troppo legate all’adeguamento esterno piuttosto che alla ricerca dello sviluppo delle qualità individuali della figlia. Ciò implica naturalmente un ambiente familiare che, pur non essendo contrastato da grandi perturbazioni, mantiene però una costante tensione sotterranea, ben percepibile dalla figlia: una tendenza al malumore e all’irritabilità e molte volte una depressione strisciante, mai esplicitata perché la madre non può contemplare l’idea di essere infelice. Spesso vi sono aggressività nascoste, non espresse, che però giacciono in attesa di un qualche tipo di sfogo, e grandi difficoltà nell’espressione delle emozioni. La madre è solitamente la figura prevalente nella famiglia e questo comporta molto spesso un padre sminuito come figura oppure assente emotivamente anche se idealizzato. Generalmente non vi è alcun riconoscimento dei reali bisogni emotivi ed affettivi, tutto in un certo senso è ritualizzato e oggettivizzato (sono famiglie in genere con buone possibilità economiche in cui i regali e il possesso hanno sostituito l’affetto e la disponibilità emotiva).
E’ fin troppo chiaro, insomma, che dietro ad una persona anoressica vi sia un difficile rapporto con il “femminile”, cioè con quell’energia che deve essere introiettata attraverso la figura materna e che ha come simboli il “contenere - proteggere - prendersi cura - nutrire fisicamente emotivamente e psicologicamente” fino a produrre quel sentirsi bene con sé stessi e nel proprio corpo che è l’unica vera modalità di vivere un femminile positivo in cui essere in contatto con la vita e imparare a proteggersi da ciò che potrebbe essere distruttivo.
Il rapporto CIBO-MADRE è un’equazione elementare nell’infanzia ed è qualcosa che permette ad ogni bambino di entrare in rapporto con il mondo esterno potendo fidarsi di esso proprio in virtù di quel “filtro” che la madre ha operato, “pre-masticando” le esperienze in modo da permetterne l’assimilazione e la digestione senza che il bambino ne risulti terrorizzato o distrutto. Nell’anoressica questo filtro è andato perduto insieme al piacere di nutrirsi e ai fondamentali bisogni di sicurezza e di contenimento, per cui il suo mondo è fatto solo di forza di volontà e, in esso, non vi è posto per una comunicazione sana tra la maschera e l’essere.
L’anoressica non riesce a crescere perché non può sentire il corpo adulto come proprio, perché troppo simile al corpo della madre da cui il suo Io tirannico vorrebbe in ogni modo trovare distinzione e separazione senza però riuscirci totalmente. La difesa che viene trovata da parte dell’Io consiste nel rinnegamento del corpo e del cibo-nutrimento, assumendo al suo posto un’immagine ideale di un corpo asessuato, senza forme e, dunque, infantile.
La vita nell’anoressica perde ogni significato, e al suo posto si fa luce un senso di esistenza che si affaccia sul nulla a livello affettivo ed emotivo. Dice Marion Woodman : “L’Io non possiede un suo sistema di valori. Non è padrone in casa sua. Per tutto il giorno la maschera, o Persona, recita con perfetta efficienza, ma quando il lavoro è stato svolto, questi ritmi frenetici ed estranei continuano a dominare il corpo e l’Essere. Non c’è un Io che dica basta, non c’è un Io forte e differenziato capace di scalare le marce per accordarsi su ritmi naturali”.
Qui diventa estremamente interessante il tema natale che mostra quasi sempre un aspetto Luna-Saturno, affiancato da un Sole debole, che rappresenta – simbolicamente – la difficoltà di giungere ad un accordo tra il bisogno di dominare e controllare il tempo in senso lineare, saturniano, e il bisogno lunare di mantenere un ritmo ciclico e circolare, il tutto non supportato da un Io forte che sappia prendere in mano le redini della vita. Nell’infanzia, questi soggetti sono stati spesso violentati nei loro ritmi naturali fino a perdere il senso del ritmo fisico-corporeo, che finisce per sottomettersi all’inflessibilità e al controllo saturniano (Crono). Il loro Io non è autonomo e sembra posseduto da un qualche demone sul quale non hanno alcun controllo. Quel demone indossa la maschera della rispettabilità durante il giorno ma, di notte, mostra il suo vero volto. Esso chiede efficienza e perfezione: un mondo perfetto, una pulizia perfetta, un corpo perfetto, delle ossa perfette; ma poiché questi individui sono esseri umani e non pubblicità televisive, barcollano verso il caos perfetto e la morte perfetta. Il demone li annulla e, essendo annullati, finalmente si addormentano.
E’ chiaro che quello che deve essere riequilibrato nella personalità di questi soggetti è il principio maschile (razionale, direzionato all’obiettivo), che deve essere integrato da quello femminile che qui si presenta nella propria modalità “ombra”; in queste donne la parte maschile di animus negativo ha completamente ingoiato quella femminile e così la testa ha perduto il contatto con l’anima. Manca ovviamente un rapporto con l’interiorità psichica poiché è stato introiettato un modello superegoico, invadente, ipercritico e superefficiente, che non ammette repliche e, praticamente, non ammette vita.
La Palazzoni Selvini dice che queste donne trapassano bruscamente dalla fase del lattante a quella della pubertà e dell’adolescenza dopo un lunghissimo periodo di latenza vuoto di esperienze proprie e privo di una consapevolezza di sé. In tal modo il ruolo di donna si impone alla ragazza in pubertà in maniera improvvisa e scuotente, senza fasi intermedie e questo porta terrore e angoscia. C’è quindi il vissuto di un corpo pesante, ingombrante e minaccioso, una specie di tiranno che deve essere affamato per impedirgli di diventare immenso, opprimente e pericoloso; a questo proposito sono molto interessanti i disegni che fanno le anoressiche in cui vi è un’esasperazione e dissacrazione delle “forme femminili” viste come qualcosa di demoniaco e di fagocitante.
Nel periodo dell’adolescenza si presentano grandi difficoltà con il mondo esterno che richiede adeguamenti e nuova costruzione di identità. E’ allora che queste ragazze regrediscono somaticamente; il primo effetto è l’assenza di mestruazioni che fornisce loro la certezza di non dover affrontare la struttura di un’identità troppo instabile; secondariamente questo consente di non affrontare le pulsioni sessuali e i desideri che non saprebbero dirigere in alcun modo e che quindi devono essere “soppressi”. Il corpo diventa in pratica la parte cattiva materna e di conseguenza deve essere attaccato perché altrimenti metterebbe in scacco l’Io troppo fragile della ragazza.
Da un punto di vista psicosomatico però questo aumento delle patologie alimentari nelle ragazze lascia intendere che vi sia anche un preciso messaggio dell’inconscio collettivo attraverso cui prendono vita ansie, angosce, problemi che appartengono, con buona probabilità, a tutta la società occidentale. Questo messaggio ha sicuramente a che fare con l’enorme difficoltà che le donne oggi avvertono con la dimensione “fisica”: da un lato il loro corpo viene sopravvalutato a livello estetico e narcisistico, ma dall’altro viene svalutato totalmente da un punto di vista dell’espressione del “femminile” : è un corpo che sembra servire solo per essere esibito e che quindi diventa un oggetto virtuale anziché un corpo concreto che deve trovare un’armonia con le componenti psichiche.
La medicina psicosomatica individua nelle patologie alimentari il simbolo di sempre più crescenti problemi di relazione tra “genitori-figli” nonché “individuo-società” che non riescono più ad essere fonti di “buon nutrimento” reciproco, ma diventano espressione di esperienze negative che danno origine ad una insaziabile fame psichica che diventa bulimia, oppure ad un rifiuto tradente ed aggressivo del cibo che diventa anoressia.
Quello che è importante comprendere è che dietro ad ogni malattia si nasconde una saggezza del corpo che cerca disperatamente di condurci ad una consapevolezza altrimenti impossibile. Il dr. Frigoli fa notare che nell’anoressia grave le pazienti assumono solo cibo “frammentato e spezzettato” per cui vi è un rifiuto di assimilare forme complete e questo simbolicamente equivale alla frammentazione che esse vivono con il mondo delle relazioni esterne. Una ulteriore regressione avviene quando ingeriscono soltanto liquidi scegliendo via via sostanze senza più alcun contenuto calorico; qui, Frigoli vede nell’anoressica il bisogno di non confrontarsi con le forme che simboleggiano strutture formali e come tali difficili da assimilare, ma solo con parti di esse, per loro più abbordabili, meno paurose. Egli sostiene che a questo stadio della malattia nell’anoressica risultano attive due componenti:
- la necessità di introiettare e portare dentro un minimo di mondo esterno pur frammentato (perché se ne ha paura), il che significa che l’anoressica ha bisogno di mantenere le relazioni al limite della sopravvivenza;
- una incapacità a strutturare un rapporto oggettuale se non sulla base della “disorganizzazione” della forma esterna dell’oggetto fino a renderlo omogeneo nella fase liquida.
In questa malattia c’è un ritorno, una regressione psichica di ordine filogenetico, fino ai confini della vita vegetale. Già la Woodman aveva notato nell’anoressica un pressante bisogno di spiritualizzazione; del resto molte donne divenute sante avevano probabilmente una patologia anoressica, su tutte vale l’esempio di santa Teresa d’Avila. Addirittura l’immagine di nutrirsi di luce risulta molto frequente nelle anoressiche e questo rappresenta anche un desiderio di attuare il digiuno come una forma di catarsi e di purificazione. Vivere di aria e di luce come le piante sembra ricorrere con frequenza nei pensieri di queste ragazze; al tempo stesso questa modalità sembrerebbe simboleggiare un arresto istintuale, un arresto del tempo, il non dover crescere poiché non ce n’è la forza, dato che manca la struttura di base.
E’ interessante a questo punto una puntualizzazione da un punto di vista astrologico poiché possiamo trovare nei simboli molte di queste tematiche. Innanzitutto le anoressiche hanno quasi sempre una Luna in segni di Terra, con maggior frequenza nel segno della Vergine o in casa sesta. La Luna in Vergine rappresenta un bisogno di integrità, un ritorno ad un senso di purezza che non può prescindere da un corpo funzionante ed assolutamente ritualizzato che non ceda a bisogni forse un tempo non riconosciuti e che continuano a non essere riconosciuti. Hilde Bruch, un’autorità in questo campo, sostiene che nell’anoressica vi è un miscuglio indifferenziato di emozioni-sensazioni che sono rimaste senza discriminazione nell’infanzia. In effetti, in casa sesta noi dobbiamo passare a discriminare tutto ciò che ci appartiene e lo facciamo proprio nel confronto con gli altri: in questo caso la ritualizzazione, lo sforzo fisico e la volontà – intesa qui come senso del dovere e della resistenza – compensano un impossibile rapporto armonioso tra corpo e mente; inoltre c’è quasi sempre uno stato di dipendenza ed un rifiuto della stessa che non può renderci cosciente, come dimostrano i rapporti costanti di Luna-Saturno che rappresentano proprio questa dinamica ambivalente. La dinamica Luna Saturno rappresenta anche una introiezione di un femminile razionale, asettico, distante e molto incentrato sull’efficienza e sull’autosufficienza piuttosto che sulla parte contenitiva e accogliente da un punto di vista emotivo. Questo aspetto però indica anche che bisogna diventare autonomi: qualità che all’inizio non si possiede, per cui Saturno agisce come privazione di qualcosa di cui si ha un disperato bisogno. Generalmente la madre – letta attraverso l’aspetto Luna Saturno – è una donna aggressivamente iperprotettiva, oppure rifiutante, in ogni caso incapace di concepire la figlia come una persona nel suo proprio diritto.
Perché si manifesti una dinamica alimentare, nell’aspetto astrologico entra spesso anche Giove che si presenta come impossibilità di avere una gratificazione dapprima nel rapporto con il nutrimento e in seguito nel rapporto con il proprio corpo e i propri bisogni di crescita, ma che poi rappresenta anche la difficoltà a sentirsi rassicurati dalla vita; nell’anoressica esiste un vero e proprio rifiuto di crescere, ma al tempo stesso anche un tentativo di “tenere lontano ciò di cui non si può fare a meno”. Il rifiuto del cibo rappresenta proprio una struttura difensiva contro la paura di un cedimento narcisistico ai bisogni.
Queste donne sono poi “malate di perfezione”: infatti le dinamiche alimentari si incentrano su un continuo bisogno di perfezionismo che ha radici lontane e che può assumere l’atteggiamento di completo delirio; anche qui vediamo come Saturno tende a compensare con le sue modalità ciò che la Luna e Giove non sono in grado di fornire. Dietro a queste donne ci sono anni di tentativi di soddisfare appieno i desideri consci ed inconsci dei genitori, fin quasi a diventare mostri che continuano a richiedere di tutto al loro corpo in termini di performances efficaci e perfette. Ciò che conta per queste donne sono i principi superiori e la spina dorsale (in pratica il Saturno è sempre estremamente forte e rigido, rappresenta un Super Io inflessibile, come inflessibile era quello della madre – unica a portare i pantaloni in casa). Quando sono chiamate a diventare adulte possono fare solo due scelte: o essere esattamente come la madre o ribellarsi totalmente ed essere tutto ciò che lei è stata. Quella che sembra loro preclusa è la terza via, ovvero di portare fuori i valori personali; l’anoressica avverte che avere un corpo che sta cambiando e che esplode non è sufficiente per essere donna; tuttavia, vivere secondo i principi morali rigidi e inflessibili non vuol dire vivere la vita, soprattutto non vuol dire nutrire sé stessa.
Qui possiamo vedere rappresentata al massimo la problematica della Luna, in segni di Terra, lesa da Saturno: Saturno pretende di vivere secondo i principi morali poiché non vi è stato nutrimento, protezione e accoglienza emotiva; il senso del dovere ha ingoiato ogni cosa e l’essere perfetti ha preso il posto della flessibilità e della capacità di orientarsi nei propri errori per crescere. I veri bisogni e sentimenti non sono stati mai riconosciuti e quindi tutto ciò è stato seppellito in cambio di approvazioni che arrivavano allorché si “faceva” il proprio dovere. Il FARE dunque ha preso pienamente il sopravvento sull’ESSERE. Tuttavia la struttura deve nascere dall’aver potuto affondare le radici della dipendenza nel nutrimento emotivo e affettivo, mentre in questo caso tutto ciò non esiste: le radici sono affondate sull’asfalto, sul rigido e sul freddo, e quindi la ricerca di indipendenza in realtà non è nient’altro che il disperato tentativo di arginare con il controllo e l’inflessibilità la paura che si prova ed è solamente una maschera di rigidità e di volontà. Quando Saturno lede la Luna, infatti, mostra tutti i sintomi dell’impossibilità di essere accolti, mostra l’essere senza patria, senza appartenenza e dunque “senza radici”; e senza radici una pianta non può crescere, può solo tentare di sopravvivere in attesa di trovare humus da qualche parte all’esterno che restituisca la possibilità di “radicare”.
Queste ragazze sono state vittima di un falso sistema di valori e sono imprigionate in aspettative che prima appartenevano alla madre e che poi sono diventate proprie. Il punto è che hanno raccolto appieno l’inconscio della madre e lo portano con sé cercando di soddisfarne le esigenze, anche quando sono distruttive. In questo caso il principio di relazione e nutrimento (Luna) è stato soppiantato dal dovere e dal potere di Saturno che, pur di avere il riconoscimento di cui ha bisogno per vivere, finisce per negare sempre più in profondità sé stesso. Tutta l’energia rimane imprigionata in questo complesso lacerante e non ne rimane a disposizione per scoprire di quale nutrimento si ha effettivamente bisogno. Più le prestazioni saranno “perfette e all’altezza della situazione”, meno la donna sarà in rapporto con sé stessa.
Al tempo stesso, i rapporti dinamici con Giove rappresentano anch’essi l’impossibilità di esprimere veramente sé stessi: non si può essere creativi fino in fondo, non si può credere in sé stessi e, dunque, l’anima non può che soffocare. L’io è troppo rigido ed impaurito per accettare di essere soverchiato da una creatività autentica e deve quindi controllarla, soffocarla e impedirle di esprimersi se non nei termini di efficienza e di dovere, gli unici permessi dal Super Io. La gioia autentica, la libertà di esprimersi in modo spontaneo devono essere bandite perché accrescerebbero l’individualità che la madre non può permettere di coltivare nella figlia visto che non l’ha coltivata in sé stessa.
C’è un’analogia nel rapporto Atena-Medusa, in cui la giovane e splendida fanciulla viene trasformata in una gorgone: in senso psicologico indica il bisogno di fermare il flusso vitale femminile pietrificandolo. In altre parole, le emozioni vere devono arrestarsi poiché nel rapporto con la madre i sentimenti che si provano sono assolutamente ambivalenti: da un lato se ne ha bisogno e si sente l’incredibile fame e vuoto da colmare (Giove), dall’altra la si odia e la si respinge (Saturno) poiché il suo nutrimento pietrifica e raggela e quindi lo si rifiuta. A questo punto per risolvere il conflitto occorre rafforzare le difesa al fine di non permettere a nessuno di penetrare nell’anima, neppure alle emozioni. Così non vi sarà più debolezza perché questa potrebbe minare la struttura rigida e portare alle lacrime e al riconoscimento del bisogno.
Il dramma di queste donne è che si prefiggono mete che non hanno nulla a che vedere con loro. Gli aspetti di Giove e di Saturno alla Luna impongono infatti un percorso difficile: sono immagini di bisogno di crescita e di realizzazione in cui il libero fluire della vita stessa, della creatività e della fecondità non vengono concretizzati nel simbolo, almeno fino a che non viene trovata una via di accesso. Nelle dinamiche alimentari la madre non è riuscita a fornire un ancoraggio e da lì origina la paura di stare sulla Terra; paura che nasce dal non essersi radicati nel corpo materno, e di conseguenza nel proprio; così, al corpo non si permette nulla, o lo si fa diventare enorme (come nel caso dell’obesità) in cui viene vissuto come una voragine che sommerge lo spirito, oppure non gli si permette di essere un veicolo per la parte spirituale che viene sentita troppo pura per servirsi di un corpo... impuro.
La figlia che non riesce ad avere una matrice vera a cui riferirsi, cercherà le proprie sicurezze nella mente, nella ragione, ma proprio per questo rimarrà dipendente a qualche livello perché avrà paura, in ogni momento, di essere abbandonata. In questo caso, la madre non compie il suo naturale percorso, non diventa la SOPHIA perché è troppo lontana dalla consapevolezza e quindi non diventa un legante tra corpo e psiche.
Sarebbe proprio Giove a permettere questo passaggio “ri-legante” tra la X corpo-terra-madre e NETTUNO spirito-anima. In casa nona Sagittario, noi compiamo questo passo attraverso la madre che si eleva e passa dal fornire un nutrimento fisico a fornirne uno psichico-spirituale; senza questo legante che serve a illuminare l’Ombra, essa rimane imprigionata nel corpo e quindi bisogna combatterla su quel terreno. Dice la Woodman che in quel caso la MATER si concretizza nella materia e tiene insieme con la carne ciò che invece dovrebbe essere tenuto insieme con l’amore.
Così, lo spirito (MASCHILE) non può penetrare la materia (FEMMINILE) e non può dar vita ad un vero concepimento.
Giove, che ha molto a che fare con l’essere, quando si trova invischiato con Saturno e con la Luna diventa a volte il sintomo di una lacerazione tra la parte istintuale del femminile “donna-madre” e quella perfezionista psichico-spirituale della “Vergine Maria”, ed è allora che il fare diventa l’unica cosa possibile. In questo caso il piacere può verificarsi solo quando ogni dovere è stato assolto, però per questa Luna non è facile distogliere lo sguardo dal dovere per andare incontro al piacere.
Nel viaggio tra il matriarcato e il patriarcato, il corpo ha perso dignità e, se una donna non ha un legame solido con la madre, non avrà terreno su cui radicarsi e si rifugerà nella testa, in una testa che opprime e rimuove l’istinto e il sentimento. Ho spesso notato che le donne obese hanno in testa l’idea di essere seppellita dentro un corpo enorme, mentre l’anoressica ha la sensazione di aver liberato l’anima dal peso del corpo…
Nell’anima deve accadere un processo alchemico come nella trasformazione in oro: se l’oro è troppo puro non può consolidarsi in una forme. Ecco allora che le sostanze che prima sembravano impurità (rame-argento) diventano invece un legante che renderà l’opus più bella e più raffinata: l’anima, di conseguenza, deve avere qualche impurità che servirà da legante tra la psiche e il corpo. Solo allora l’opus sarà un’armonia perfetta. Maria rappresenta un’anima troppo perfetta e senza scorie, perché è scollegata dalla Grande Madre a cui deve ritornare perché solo così l’anima si può servire della psiche per risanare l’istinto ferito.
A volte nella dialettica si sostituisce Nettuno a Giove; anche Nettuno è simbolo di un desiderio di spiritualità contrabbandato da altri bisogni; quando Nettuno e Saturno si vengono a trovare legati da un qualsivoglia aspetto, riesplode il bisogno di trovare una conciliazione tra due Dei, uno che simboleggia l’ordine, la legge, la morale e la concretezza umana, l’altro che rappresenta un ordine superiore spesso incomprensibile per noi umani. Nettuno è il superamento dell’ordinaria realtà e dunque in lui perde importanza tutto ciò che per noi rappresenta la legge e il collegamento normale con il mondo. Saturno sotto un certo profilo è la gnosi collettiva mentre Nettuno è un’esperienza di conoscenza che forse da un lato è desiderata ma anche temuta in quanto minaccerebbe l’ordine conosciuto. Forse, in queste donne la lotta simbolica si svolge dentro al loro corpo “diviso” in cui una parte incarna Saturno e il suo rigore e l’altra incarna Nettuno, il lasciarsi andare e il vivere un’altra dimensione; il punto è vivere entrambe queste modalità in modo integrato e non escludente: infatti, Nettuno può essere raggiunto e compreso proprio passando attraverso la valutazione e il giusto riconoscimento della dimensione fisica, elevando l’anima fino a permetterle di godere del contatto con l’Assoluto e l’Infinito usufruendo di quella disciplina e di quell’integrità che solo Saturno può concedere.

fonte convivioastrologico
 
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view post Posted on 4/10/2017, 00:55     +1   -1


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CITAZIONE (**Imperatrice** @ 3/10/2017, 21:27) 
Desidero precisare che sotto il nome di “anorexia nervosa” si trovano due sottocategorie di persone:
...
- quelle invece affette dal tipo restrittivo in cui non ci sono episodi di iperfagia né comportamenti compensatori, ma solo una continua e graduale rinuncia al cibo.

yep, is mine

CITAZIONE (**Imperatrice** @ 3/10/2017, 21:27) 
spesso la madre, per usare un simbolo per noi comune, è “saturniana”, ovvero è una donna dedita al lavoro e alla famiglia, al dovere soprattutto, risponde alle convenzioni e alle norme sociali che assumono per lei un’importanza straordinaria.
La Palazzoli Selvini ha definito spesso queste donne come troppo legate all’adeguamento esterno piuttosto che alla ricerca dello sviluppo delle qualità individuali della figlia. Ciò implica naturalmente un ambiente familiare che, pur non essendo contrastato da grandi perturbazioni, mantiene però una costante tensione sotterranea, ben percepibile dalla figlia: una tendenza al malumore e all’irritabilità e molte volte una depressione strisciante, mai esplicitata perché la madre non può contemplare l’idea di essere infelice. Spesso vi sono aggressività nascoste, non espresse, che però giacciono in attesa di un qualche tipo di sfogo, e grandi difficoltà nell’espressione delle emozioni. La madre è solitamente la figura prevalente nella famiglia e questo comporta molto spesso un padre sminuito come figura oppure assente emotivamente anche se idealizzato.

oppure semplicemente manca perchè aveva il cervello altrove
però si, la madre che è dannatamente chiusa nei dogmi sociali è qualcosa di estremamente irritante


CITAZIONE (**Imperatrice** @ 3/10/2017, 21:27) 
Qui diventa estremamente interessante il tema natale che mostra quasi sempre un aspetto Luna-Saturno, affiancato da un Sole debole, che rappresenta – simbolicamente – la difficoltà di giungere ad un accordo tra il bisogno di dominare e controllare il tempo in senso lineare, saturniano, e il bisogno lunare di mantenere un ritmo ciclico e circolare, il tutto non supportato da un Io forte che sappia prendere in mano le redini della vita.

ok, effettivamente i due sono opposti, ma dalla mia ho comunque un sole molto forte che vuole dominare tutto il palco del tema natale a modo suo, quindi alcune cose si sono per fortuna perse, ma per il resto si è vero


CITAZIONE (**Imperatrice** @ 3/10/2017, 21:27) 
C’è quindi il vissuto di un corpo pesante, ingombrante e minaccioso, una specie di tiranno che deve essere affamato per impedirgli di diventare immenso, opprimente e pericoloso; a questo proposito sono molto interessanti i disegni che fanno le anoressiche in cui vi è un’esasperazione e dissacrazione delle “forme femminili” viste come qualcosa di demoniaco e di fagocitante.

Corruzione è la parola per un concetto così affascinante...

CITAZIONE (**Imperatrice** @ 3/10/2017, 21:27) 
Quello che è importante comprendere è che dietro ad ogni malattia si nasconde una saggezza del corpo che cerca disperatamente di condurci ad una consapevolezza altrimenti impossibile. Il dr. Frigoli fa notare che nell’anoressia grave le pazienti assumono solo cibo “frammentato e spezzettato” per cui vi è un rifiuto di assimilare forme complete e questo simbolicamente equivale alla frammentazione che esse vivono con il mondo delle relazioni esterne. Una ulteriore regressione avviene quando ingeriscono soltanto liquidi scegliendo via via sostanze senza più alcun contenuto calorico; qui, Frigoli vede nell’anoressica il bisogno di non confrontarsi con le forme che simboleggiano strutture formali e come tali difficili da assimilare, ma solo con parti di esse, per loro più abbordabili, meno paurose. Egli sostiene che a questo stadio della malattia nell’anoressica risultano attive due componenti:
- la necessità di introiettare e portare dentro un minimo di mondo esterno pur frammentato (perché se ne ha paura), il che significa che l’anoressica ha bisogno di mantenere le relazioni al limite della sopravvivenza;
- una incapacità a strutturare un rapporto oggettuale se non sulla base della “disorganizzazione” della forma esterna dell’oggetto fino a renderlo omogeneo nella fase liquida.

ok... io invece sarei una maniaca in un certo senso del mondo frammentato (se si considera il fatto che vorrei avere una pillola pasto completo degli astronauti)
quindi in un certo senso non è un vero e proprio rifiuto del cibo ma bensì il mio diventa l'atto stesso di mangiare un problema (questo infatti lo dice anche il mio corpo, pur mangiando pochissimo ho un metabolismo lento e quindi è come se mangiassi normale e sano) ma si scatena problematiche con febbre persistente


CITAZIONE (**Imperatrice** @ 3/10/2017, 21:27) 
Innanzitutto le anoressiche hanno quasi sempre una Luna in segni di Terra, con maggior frequenza nel segno della Vergine o in casa sesta.
...
In effetti, in casa sesta noi dobbiamo passare a discriminare tutto ciò che ci appartiene e lo facciamo proprio nel confronto con gli altri: in questo caso la ritualizzazione, lo sforzo fisico e la volontà – intesa qui come senso del dovere e della resistenza – compensano un impossibile rapporto armonioso tra corpo e mente; inoltre c’è quasi sempre uno stato di dipendenza ed un rifiuto della stessa che non può renderci cosciente, come dimostrano i rapporti costanti di Luna-Saturno che rappresentano proprio questa dinamica ambivalente. La dinamica Luna Saturno rappresenta anche una introiezione di un femminile razionale, asettico, distante e molto incentrato sull’efficienza e sull’autosufficienza piuttosto che sulla parte contenitiva e accogliente da un punto di vista emotivo. Questo aspetto però indica anche che bisogna diventare autonomi: qualità che all’inizio non si possiede, per cui Saturno agisce come privazione di qualcosa di cui si ha un disperato bisogno. Generalmente la madre – letta attraverso l’aspetto Luna Saturno – è una donna aggressivamente iperprotettiva, oppure rifiutante, in ogni caso incapace di concepire la figlia come una persona nel suo proprio diritto.
Perché si manifesti una dinamica alimentare, nell’aspetto astrologico entra spesso anche Giove che si presenta come impossibilità di avere una gratificazione dapprima nel rapporto con il nutrimento e in seguito nel rapporto con il proprio corpo e i propri bisogni di crescita

infatti saturno-luna e quadrato giove (ma non giove con saturno) irrompe tutto sulla sesta casa, si scioglie nel momento in cui emozione e dovere vengono riconosciuti nel momento in cui divento utile


CITAZIONE (**Imperatrice** @ 3/10/2017, 21:27) 
Queste donne sono poi “malate di perfezione”

BADAUMMM
quello che dicevo


CITAZIONE (**Imperatrice** @ 3/10/2017, 21:27) 
Quando sono chiamate a diventare adulte possono fare solo due scelte: o essere esattamente come la madre o ribellarsi totalmente ed essere tutto ciò che lei è stata. Quella che sembra loro preclusa è la terza via, ovvero di portare fuori i valori personali; l’anoressica avverte che avere un corpo che sta cambiando e che esplode non è sufficiente per essere donna; tuttavia, vivere secondo i principi morali rigidi e inflessibili non vuol dire vivere la vita, soprattutto non vuol dire nutrire sé stessa.

questo è quello che ho imparato con l'età, mia madre aveva seri disturbi di anoressia (al contrario di me che sono più blanda) a causa di una madre estremamente rigida (mentre nel mio caso era impossibilitata ad essere presente, e quando lo faceva era fagocitante)
quando ero piccola ero desiderosa di essere "perfetta" come lei (causa della luna leonina) e non essere assolutamente come mia nonna (un Io-asettico = saturno) ma il vedere quanto sia perfettamente imperfetta mia madre mi sta portando piano piano alla coscienza che... farò quello che voglio prima o poi :lol:


CITAZIONE (**Imperatrice** @ 3/10/2017, 21:27) 
Qui possiamo vedere rappresentata al massimo la problematica della Luna, in segni di Terra, lesa da Saturno: Saturno pretende di vivere secondo i principi morali poiché non vi è stato nutrimento, protezione e accoglienza emotiva; il senso del dovere ha ingoiato ogni cosa e l’essere perfetti ha preso il posto della flessibilità e della capacità di orientarsi nei propri errori per crescere. I veri bisogni e sentimenti non sono stati mai riconosciuti e quindi tutto ciò è stato seppellito in cambio di approvazioni che arrivavano allorché si “faceva” il proprio dovere. Il FARE dunque ha preso pienamente il sopravvento sull’ESSERE. Tuttavia la struttura deve nascere dall’aver potuto affondare le radici della dipendenza nel nutrimento emotivo e affettivo, mentre in questo caso tutto ciò non esiste: le radici sono affondate sull’asfalto, sul rigido e sul freddo, e quindi la ricerca di indipendenza in realtà non è nient’altro che il disperato tentativo di arginare con il controllo e l’inflessibilità la paura che si prova ed è solamente una maschera di rigidità e di volontà. Quando Saturno lede la Luna, infatti, mostra tutti i sintomi dell’impossibilità di essere accolti, mostra l’essere senza patria, senza appartenenza e dunque “senza radici”; e senza radici una pianta non può crescere, può solo tentare di sopravvivere in attesa di trovare humus da qualche parte all’esterno che restituisca la possibilità di “radicare”.

il fatto è che questo non lo sento tanto con il rapporto con mia madre ma bensì in quello della Società
mi riconosco nella mia patria, mi riconosco nella mia casa e nella mia famiglia
ma disconosco tutto quanto riguarda le regole che ci sono attualmente perchè "imperfette"
non danno la possibilità di Vivere alle persone nello stato attuale, quindi per quale motivo devo riconoscere una società di cui non mi sento parte e che annienta l'essere umano stesso?
trovo ancora più ipocrita il fatto che mia madre aneli ad essere parte dell'ingranaggio di un mondo imperfetto
se sono Io cittadina del mondo perchè Tu STATO non mi permetti di esistere?


CITAZIONE (**Imperatrice** @ 3/10/2017, 21:27) 
La figlia che non riesce ad avere una matrice vera a cui riferirsi, cercherà le proprie sicurezze nella mente, nella ragione, ma proprio per questo rimarrà dipendente a qualche livello perché avrà paura, in ogni momento, di essere abbandonata.
...
Sarebbe proprio Giove a permettere questo passaggio “ri-legante” tra la X corpo-terra-madre e NETTUNO spirito-anima. In casa nona Sagittario

...concludendo mi viene da pensare ad un'anoressia ribaltata dei suoi significati
perchè se la spiritualità viene accolta manca totalmente il senso pratico e più basilare
...devo studiare meglio la mia dinamica :studying-onion-head-emoticon:
 
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view post Posted on 4/10/2017, 09:08     +1   -1
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davvero interessante anche se è molto concentrato sull'anoressia e un po meno sulla bulimia... che ha dinamiche un po diverse....

ad ogni modo confermo che anche nel mio caso il problema è nato dopo la morte di mia madre.... quindi sempre e comunque legato al rapporto che avevo con lei.....

sono malattie infime perchè non ci si guarisce mai del tutto...
 
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view post Posted on 4/10/2017, 09:10     +1   -1
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Mi dispiace leggere che vi riguarda da vicino :(

Io per fortuna ne so molto poco, quindi quest'articolo mi ha aperto un po' un mondo abbastanza sconosciuto.
 
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view post Posted on 4/10/2017, 09:19     +1   -1
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io per esempio dopo abbuffate compulsive sono capace di fare anche due o tre gg quasi in totale digiuno per non aumentare di peso......
per fortuna non mi sono mai provocata il vomito o usato farmaci ma usavo il digiuno e l'attività fisica per compensare.... in modo compulsivo anche quello....

purtroppo è una cosa che è sempre li latente... faccio periodi in cui mangio sano mi muovo in modo corretto e tutto va bene... altri che purtroppo tutto torna e tornano anche questi comportamenti scorretti.........

è brutto perchè ti rendi conto che mangi solo per riempire qualcosa come se ci fosse un buco da tappare ma che non si chiude mai... ma poi ti senti in colpa e quindi cerchi di rimediare nell'unico modo che ti sembra corretto ma che aime per il corpo è un veleno......

la mia psico mi aveva insegnato un trucco e fino ad ora il suo consiglio mi ha portata a tenere sotto controllo questo bruttissimo demone
 
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view post Posted on 4/10/2017, 23:58     +1   -1
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Confermo l'aspetto Luna- Giove.... nel mio caso quadrato, mi porta 'incredibile fame', a periodi alterni ho sofferto di una forma bulimica da quand'ero poco più che bambina e me la porto dietro ancora, nei periodi di stress. Sento anch'io il desiderio di riempire un vuoto affettivo... mia madre è sempre stata freddina e poco incline alle manifestazioni emotive, nel bene e nel male e ha fatto molto leva sul senso di colpa, per quel che mi riguarda.

Grazie per questo brano così interessante...
 
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_ANGELICA_
view post Posted on 5/10/2017, 16:02     +1   -1




Articolo molto interessante e triste allo stesso tempo.
Mi ha fatto tornare in mente una mia alunna.
Una giovane di diciassette anni malata di Bulimia.
Era stata la madre anche essa malata da anni ad indurla verso questo cammino.
Brutta storia fatta di tanti ricoveri. Purtroppo entramb erano coinvolti in uno stadio molto severo.
Ovviamente a distanza di dieci anni non hanno ancora superato.
 
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6 replies since 3/10/2017, 20:27   158 views
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