Barack Obama Nobel per la Pace: «Sono onorato»Questa la battuta di Rahm Emanuel, capo dello staff di Obama. La prima reazione del presidente: «Sono sorpreso e onorato»
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è stato insignito del Nobel per la Pace «per i suoi sforzi straordinari nel rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli».
Il presidente del comitato per il Nobel norvegese, Thorbjoern Jagland, ha detto che forse ad alcuni l'assegnazione al neopresidente americano può essere considerata prematura, ma che per statuto il premio va assegnato a chi ha fatto il massimo per la pace nell'anno precedente.
«Solo assai raramente qualcuno è riuscito come Obama a catturare l'attenzione del mondo e a dare una speranza per un futuro migliore», si legge nella motivazione diffusa dal Comitato, che spiega come la diplomazia del Presidente statunitense sia «basata sul concetto che coloro che guidano il mondo debbano farlo sulla base di valori e atteggiamenti condivisi dalla maggioranza della popolazione».
Il Comitato ha concluso sottolineando la speciale importanza del progetto e dell'impegno della Casa Bianca per un mondo senza armi nucleari: «Come Presidente, Obama ha creato un clima nuovo nella politica internazionale: la diplomazia multilaterale ha riguadagnato una posizione centrale, con un'enfasi sul ruolo che le Nazioni Unite e le altre organizzazioni internazionali possono svolgere».
Il premio verrà consegnato ufficialmente il 10 dicembre a Oslo, nell'anniversario della morte del fondatore, l'industriale e filantropo svedese Alfred Nobel. Il riconoscimento consiste in una medaglia, un diploma ed un assegno da 10 milioni di kronor (circa un milione di euro).
Prime reazioni dalla Casa Bianca: Wow!
Robert Gibbs, il portavoce presidenziale, ha risposto ai media che lo invitavano a un commento, inviando una mail contenente solo la esclamazione di sorpresa (WOW!) scritta a lettere maiuscole e con il punto esclamativo.
«Oslo batte Copenaghen»
Il capo di staff della Casa Bianca Rahm Emanuel ha reagito con la battuta «Oslo batte Copenaghen» alla notizia del conferimento dell'onoreficenza al presidente.
La scorsa settimana Obama si era recato a Copenaghen per perorare la causa della assegnazione dei Giochi Olimpici del 2016 a Chicago, ma la spedizione si era conclusa con un fallimento.
Rahm Emanuel ha anche aggiunto che nessuno immaginava che Obama potesse ricevere il prestigioso riconoscimento.
Obama: «Sono onorato»
Il presidente degli Stati si è detto «onorato» per essere stato insignito del Premio Nobel per la Pace, una notizia ricevuta da Gibbs che lo ha svegliato per informarlo.
9 OTTOBRE 2009
http://www.ilsole24ore.comObama e il Dalai Lama, il Nobel a chi non ha voluto incontrare un NobelScritto da: Marco Del Corona alle 12:07 9 OTTOBRE 2009
Tags: Cina, Dalai Lama, diritti umani, Obama, Tibet, Usa
C'è uno stridore - o un apparente stridore - che può colpire la pubblica opinione occidentale. A ricevere il Nobel per la Pace è quel Barack Obama che pochi giorni fa non ha voluto incontrare un altro Nobel per la Pace, il Dalai Lama, in visita a Washinghton. Che invece si è visto con Nancy Pelosi, deocratica, figura comunque di prestigio dell'estabilishment obamiano.
INCONTRO A DICEMBRE Sembra una beffa. In realtà, si sa, Barack Obama ha posposto il facca a faccia con il leader tibetano a dicembre, dopo la visita che il presidente compirà in Cina dal 15 al 18 novembre prossimi. Gli incontri fra i leader dell'Occidente libero e il Dalai Lama hanno un che di rituale, ma nella scelta di Obama sembra leggersi in controluce un preciso disegno, un'accortezza che sembra rispecchiare le motivazioni del Nobel: la capacità di dare un'accelerazione innovativa alle pratiche della diplomazia.
AVVERSIONE Data la radicale avversione che la Cina nutre per il Dalai Lama, ogni incontro tra un leader europeo o americano non solo ha il potere di far infuriare Pechino ma non aggiunge nulla alla causa di chi auspica un Tibet più autonomo, pur nell'ambito della Repubblica Popolare (per non dire di chi lo sogna indipendente, ma ormai anche il Dalai Lama chiede solo autonomia dentro la Cina). Obama dunque antepone il dialogo con la Cina, e infatti oggi i giornali cinesi danno gran rilevanza al viaggio asiatico del presidente e alla sua agenda principale: commercio, economia, clima.
PRAGMATISMO E' probabile che Obama affrronterà gli argomenti Tibet, Dalai Lama, diritti umani, ma - semplicemente leggendo i fatti - pare di capire che lo farà con discrezione, dietro le quinte. Si tratta di un approccio che potrà essere criticato, ma che mostra realismo e pragmatismo. Non solo nessuno - non certo gli Usa della crisi - è in grado ormai di ordinare alla Cina che cosa deve fare, ma esula dalla psiche cinese affrontare certi temi in modo frontale. E' piuttosto con un clima di fiducia, come quello che evidentemente si spera di costruire durante il viaggio di novembre, che certi temi possono essere toccati con un minimo di efficacia. Questa pare essere la strategia di Washington.
LA LEZIONE BIRMANIA Il caso Birmania ne è la prova: Hillary Clinton ha annunciato in settembre che l'America vuole parlare con i generali della giunta, senza togliere le sanzioni. Dialogo più fermezza. Stessa disponibilità, con qualche cautela in più, si legge nelle mosse Usa sulla Corea del Nord. Se il muro contro muro non paga, si provi con altri mezzi, ritiene l'amministrazione Obama. E incontrare il Dalai Lama in modo rituale è porre la questione con la Cina negli sterili termini del muro contro muro, Occidente-succubo-del-Dalai-Lama versus Cina. Senza un clima di dialogo e comunicazione aperta fra le potenze, è arduo anche per le più tenui velleità autonomiste aspirare a qualche risultato. Se la strategia pagherà, lo dirà il tempo. E se pagherà, sarà forse davvero una strategia da Premio Nobel.
http://leviedellasia.corriere.it/2009/10/o...a_il_nobel.html