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| Ciao dolcemelo: dici bene, bisogna parlare la stessa lingua e se tu mi vieni a parlare di consulti evidentemente confondi gli esoteristi con i cartomanti. Io sto parlando di teorici: faccio solo degli esempi (senza entrare nella validità o meno di tali teorie): Waite, Wirth, Crowley o più recentemente Jodorowsky. Personaggi capaci di dare una forte visione dei tarocchi che spesso ha finito per cristallizzarsi e inaridire e svuotare la vitalità che invece è propria di ogni mantheia. Ciò nonostante trattandosi di un sistema fortemente simbolico forse ciò era inevitabile. Perciò seguendo la linea del mio discorso capirai bene che non è affatto mia intenzione svalutare le sibille. Sto dicendo che attorno ad esse non si è costituita alcuna tradizione forte, alcuna auctoritas nè da parte di intellettuali nè da parte popolare e questo semplicemente perchè non era necessario (per due motivi: sono carte fortemente intuitive; sono carte che non vanno oltre la divinazione). Perciò una lingua comune non esiste: la stessa Madame Sheyla si serve di appunti e riscontri maturati nella SUA esperienza di cartomante. Perciò a quale lingua comune ti riferisci? D'altro canto non ho nemmeno detto che siccome non c'è una tradizione consolidata allora tutto va: ho detto che però sicuramente possono trovare accoglimento alcuni accorgimenti validi non solo per le sibille ma per la cartomanzia tout court tra cui quello di poter vedere nella carta rovesciata un ritardo, un blocco: non è un'invenzione nè di martolina (che saluto) nè di Camoin e soprattutto non è nemmeno una rarità, è un uso abbastanza diffuso e comune (io personalmente comunque le sibille le leggo solo al dritto). E comunque un confronto perchè ci arricchisca e perchè sia realmente un confronto nasce da visioni e opinioni diverse: per darsi ragione bastano gli specchi, non c'è bisogno degli altri. Io non volevo offender nessuno, ma se rileggi le varie risposte che hai dato sei stata acida (come probabilmente ora lo sono stato io e non faccio fatica ad ammetterlo) e non ce n'era motivo.
Un saluto
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