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Il processo mentale della guarigione

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view post Posted on 23/7/2007, 10:49     +1   -1
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Imperatrice della bambagia!

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Roy Eugene Davis conobbe di persona Ernest Holmes, anche se non so
esattamente in quale epoca. Osservando gli scritti del sig. Davis, appare
evidente che l'opera di Holmes lo abbia influenzato ampiamente negli anni.
Holmes nacque negli Stati Uniti nel 1887 e lasciò il corpo nel 1960.

Fu il fondatore del movimento "religious science", conosciuto in tutti gli
Stati Uniti e seguito da milioni di persone ancora oggi. Il suo libro "the
science of mind", pubblicato in più edizioni (la prima volta negli anni
venti), è uno dei libri spirituali più conosciuti negli Stati Uniti; forse
ancora più conosciuto dell'Autobiografia di uno yogi.

Le tecniche spiegate da Davis sull'immaginazione creativa hanno la loro
origine sia negli insegnamenti di Paramahansa Yogananda, sia in quelli di
Holmes. Tutti i discepoli occidentali di Paramahansa Yogananda hanno subito
l'influenza di diversi movimenti nella loro vita.

La maggior parte di loro ha un background cristiano, mentre Davis ha
improntato i suoi insegnamenti su una forma di kriya yoga legata ai
movimenti "New Tought" (Nuovo pensiero) come quello di Holmes. Questo breve
testo è tratto dal libro di Holmes "The science of mind" e spiega
l'importanza
del ruolo della mente nel processo di guarigione fisica.

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Guarigione mentale significa guarigione della mente. La possibilità di
guarire le malattie fisiche attraverso il potere del giusto pensare, trae
fondamento dalla teoria che sostiene che ognuno di noi è circondato da una
mente infinita che reagisce ai pensieri. Non vi è dubbio che molte persone
siano state guarite dalla preghiera e dalla fede in tutte le epoche, ma
viviamo in un universo di legge e ordine e questi due principi non possono
essere violati. In funzione di questo, se alcune persone sono state guarite
attraverso fede e preghiera, è perché hanno utilizzato in qualche modo una
legge già realmente esistente.

Supporre che Dio guarisca un uomo più prontamente di un altro
significherebbe supporre che Dio stesso sia umano e soggetto ai cambiamenti
emotivi tipici della mente umana. Credere che il potere divino operi in
favore di qualcuno solo perché lo si è chiesto, ma che non possa operare per
tutti, sarebbe come credere che Dio sia più umano dell'uomo stesso. E'
evidente, in ogni caso, che molte volte le persone sono state guarite dalla
preghiera e quindi Dio ha risposto loro in modo speciale, lasciando soffrire
altri, oppure, attraverso l'atto della preghiera, queste persone sono
riuscite ad utilizzare una qualche legge.

Ancora..molte persone hanno pregato e le loro preghiere non sono state
esaudite. Eppure lo hanno fatto al meglio delle loro possibilità. Perché
alcuni sono stati ascoltati ed altri no?

La sola risposta possibile è che alcuni di loro siano stati capaci di
credere, mentre altri non ci sono riusciti. Dopo tutto, la preghiera è un
certo atteggiamento mentale, un certo modo di pensare e di credere. La
preghiera è sempre mentale. Alcune preghiere raggiungono uno stato di
credenza, mentre altre non lo fanno. Questo ci conduce a supporre che la
risposta alle preghiere sia la preghiera stessa, quando si prega. La vera
preghiera stimola una credenza nel bene che null'altro può stimolare nella
stessa maniera e spesso fa in modo che la persona che prega si elevi ad un
punto tale, nella sua mente, dove il lavoro di guarigione può essere fatto
secondo la legge dell'universo, ossia la legge della mente.

Noi non obiettiamo su nessuna forma di guarigione. Ogni cosa che possa
aiutare a superare la sofferenza deve essere buona, sia che abbia la forma
di una pillola o di una preghiera. Non ci opponiamo ai dottori o ai
praticanti della medicina, ma riconosciamo con gratitudine il lavoro
meraviglioso che queste persone hanno fatto e stanno facendo. Non abbiamo
controversie con nessuno sull'argomento della guarigione. Crediamo in tutti
i metodi e siamo felici quando qualcuno guarisce, indipendentemente dal
metodo che usa. Crediamo in tutti i metodi, perché sappiamo che ognuno di
essi ha il suo posto nel tutto. Sappiamo che la vita dell'uomo è un dramma
che avviene su tre piani distinti: quello fisico, quello mentale e quello
spirituale.

Sappiamo che ognuno di essi deve essere tenuto in conto. (..)
In una lezione degli anni trenta, Yogananda spiegò che nell'atto della
preghiera, un uomo deve porsi di fronte a Dio nello stesso modo in cui un
bambino chiede le cose a sua madre. Un atteggiamento da mendicante porta a
ricevere elemosina, mentre l'atteggiamento del figlio (che sa sempre che la
madre esaudirà il suo desiderio) è quello più produttivo. Sia che vi
troviate nella necessità di avere denaro, salute, fiducia in voi stessi o
circostanze migliori nella vostra vita, cercate di credere con fede
incrollabile che la vostra richiesta sarà sicuramente esaudita.

Poiché la mente universale tende a reagire agli stati mentali individuali
mettendo in essere circostanze corrispondenti, se nella parte più profonda
di voi stessi sarete convinti di avere già nella vostra vita l'oggetto delle
vostre preghiere (e non la speranza di averlo), le possibilità di averlo
realmente aumenteranno in maniera esponenziale. Per sapere in modo più
dettagliato le tecniche da utilizzare per maturare questa convinzione,
potete leggere gli articoli sull'immaginazione creativa che sono pubblicati
su www.kriyayoga.it

di Herneswt Holmes (Traduzione e note di Furio Sclano)

Tratto dal libro "The science of mind" (La scienza della mente)

ciao
sara
 
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