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Il reiki sulla mia strada, riflessioni prima del 3 livello

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LadyspringBF
view post Posted on 18/5/2006, 12:27     +1   -1




Il mio cammino e l’incontro col Reiki

Cercavo la mia strada…
Una vita ad inciampare continuamente, un mare di fughe per cercare la strada giusta..

Fino a quando esausta, ho mollato ogni ormeggio, cercando di buttare ogni zavorra, cercando di imitare la figura del “matto” , libera di poter rivendicare ciò che Dio mi ha dato di essere, e soprattutto comprenderlo e realizzarlo.

Un bilancio da fare, questo si, riprova della contraddizione insita in me: tanta capacità di mettere ordine, organizzare, dare forma alle cose, tranne che su me stessa.

Io non amo le cose stabilite, ho bisogno di aria, di libertà, non voglio nulla che si debba organizzare, voglio solo la possibilità di vivere libera di essere chi sono.

Alla ricerca di trovare finalmente il mio equilibrio, per ripartire da zero, sistemando ciò che io stessa avevo disarmonizzato in me.
I condizionamenti di chi non ha ancora ben capito cosa significa “amore”, dov’è il confine tra se stessi e gli altri, che ti portano a crearti inevitabilmente dei condizionamenti che alla fine ti soffocano, ti imprigionano.

Per la prima volta nella mia vita, ho sentito il bisogno di sistemare il mio corpo, cosi palesemente disarmonizzato rispetto a ciò che sento di essere.
Ti chiedi, come fai ad aiutare gli altri, fargli vedere che c’è una speranza per essere felici e stare bene, se loro guardandoti (sbagliando) possono soffermarsi a rispecchiare le tue parole d’amore per la vita ed il tuo entusiasmo, in un corpo che non ne riflette il valore?

Yin e yang, maschio e femmina, corpo e spirito.. si tratta sempre di trovare l’equilibrio, e di una cosa mi rendevo conto: io non ce l’avevo.

Uno studio d’estetista… un piccolo e anonimo quadruccio su una parete diceva “Reiki”. Fu come una calamita… un intuizione fortissima forse, un dono sicuramente.
Chiedo alla mia amica estetista di cosa si tratta, lei sorride e basta.
Chiedo di poter fare una seduta, pensando che certamente avrei potuto sperimentare il motivo di quel suo sereno sorriso, e gli occhi sorridenti che sembravano non volermi rivelare chissà quale segreto.

Ricordo di essermi anche detta : “forse non crede molto in questo tipo ti massaggio” (visto che sembrava restia). L’idea però era che, questa terapia invece, avrebbe potuto aiutarmi a riequilibrare il mio corpo.

La prima terapia, l’atmosfera quasi asettica di uno stanzino, il profumo d’incenso mi diceva che forse non mi ero sbagliata. Quarzo rosa in sfera tra le mani, un leggero sentore o percezione di magia nell’aria, i chakra, il desiderio di togliere i blocchi, senza neanche sapere se il reiki fosse in grado di farlo.

Ricerca di risposte: nessuna.
Poi una raccomandazione finale: “ora fai attenzione alle sensazioni, ai disturbi fisici, ai sogni che sicuramente si faranno più chiari e ti resteranno impressi. Fai attenzione a cosa ti succede, ai segni, magari sono segnali da interpretare.

Me ne vado, quasi delusa, mi aspettavo una diagnosi (niente)..
Mi aspettavo un programma terapeutico (niente)..

La mattina dopo invece, arrivò il primo segnale: il segno tangibile che dovevo necessariamente fermarmi! Considerato che dovevo ringraziare per essere viva, osservare cosa mi circondava fino a quel momento.
La strada mi aveva messo davanti un palo a sbarrare la carreggiata. Quell’ostacolo però, mi ha permesso di riprendermi finalmente la vita.
Il reiki.. come un fulmine a ciel sereno era entrato nella mia vita, mi parlava delicatamente e misteriosamente, ed allo stesso tempo mi scuoteva.

Ci sono voluti sei mesi di timida ricerca. Era strano, ma mi rendevo conto di essere serena, più consapevole. Mi sembrava di percepire ogni cosa in un altro modo.. i sensi accesi davanti agli spettacoli della natura, le parole di una canzone, il sorriso di qualcuno che mi passava vicino.

Sentivo che dovevo trovare il modo per approfondire la mia conoscenza, prendere il primo livello per poter guarire prima di tutto me stessa.
L’occasione sembrava non voler arrivare.. ma sentivo che sarebbe arrivata.

D’un tratto impulsivamente (un attimo prima di rischiare di arrendermi ad una nuova delusione), mi sono imposta di cercare il reiki.
31 maggio, ore 18:00, quasi sera, stanca delle “letture” virtuali, mi dico: “si cerca la scuola di reiki”.

Emozioni: distacco, paura d’incappare in un dogma, capacità di scelta, rischio!
Rischio si, cercare un maestro corretto, umile, lontano dai dogmi, aperto e disponibile al dialogo e lo scambio, sensibile. Forse non mi rendevo neanche contro di quanto stessi rischiando.

Virgilio: motore di ricerca, digito >, centinaia di risultati, grandi scuole, siti, foto di gruppi, garanzie di professionalità, l’impressione di visionare chi si sa vendere bene.
Sensazione: come dice sempre mamma “Il vino buono si vende senza frasche”.
Chiudo almeno 5 siti di scuole blasonate, dicendomi che tra di loro avrei probabilmente scelto la scuola più vicina alle mie aspettative.
Seconda pagina nella ricerca su Virgilio: un click, ed eccolo, un semplice annuncio in un sito: “si effettuano corsi di reiki ad ostia nel mese di luglio”, un cellulare.
La mente velocemente si rende conto che Ostia è abbastanza vicina, che in termini di tempo è vicino anche luglio. Compongo il numero telefonico, risponde Stefano.
Una voce gentile e pacata che incredibilmente, mi comunicava che due giorni dopo, avrebbe tenuto un corso di primo livello a due passi da casa mia.
Strano questo master Reiki; non se la tira!
L’incontro preliminare con Stefano fu un vero balsamo per l’anima, un senso di pace e rispetto dietro uno splendido sorriso di benvenuto.
Ricordo di aver pensato “grazie Dio, come al solito mi regali sempre ciò di cui ho bisogno”.
Gli mancava il kimono, ma sembrava lo indossasse, un samurai cresciuto ad Assisi, questo è quello che mi veniva in mente osservandolo.
Questa non è una dichiarazione di stima pubblica, perché non serve; neanche la volontà di vendere l’immagine di chi non ne ha bisogno, tantomeno se ne preoccupa. E’ solo il bisogno di ringraziare la vita, perché mi mette sempre persone meravigliose lungo la strada.
Questo è solo il mio antico desiderio, di trovare il modo per esprimere ciò che sento e vedo, per renderne partecipi gli altri.

Sabato 2 giugno, incontro 4 ragazze che iniziano il percorso con me. Mi sembra di conoscerle da sempre. Ci presentiamo, ci raccontiamo le storie, le aspettative, le paure.
Stefano dice che è certo che i componenti di ogni corso, per come si incastrano, sembrano sempre un ideale quasi alchemico. Mi trova d’accordo, nulla succede mai a caso, tantomeno le esperienze e gli incontri con le persone. Siamo tutti messaggi viventi, esperienze che servono per crescere per dare e ricevere.

Ricordo perfettamente il momento della mia consacrazione, le mani di Stefano sulle spalle che mi invitavano a collegarmi al mio cuore. Le sue parole, mentre ci invitava a raccoglierci, che inspiegabilmente descrivevano la mia visione della via, come se lui avesse visitato lo stesso luogo, come se avesse visto le immagini del mio sentiero che visualizzo da quando sono bambina.
Mi invita a girare la curva, quella su in cima che non ero mai riuscita a raggiungere… mi invita a camminare oltre, con il sorriso interiore, ed io con il cuore gonfio di gioia. E’ stato come se mi avesse accompagnata per mano a vedere cosa c’era dietro la curva. Stupore! C’era un tempio: IO

Ricordo la sensazione d’amore più intensa che io abbia mai sentito, mentre mi vedevo saltare dalla gioia come una bambina entusiasta, insieme a quella paziente figura vestita di saio, che da sempre vedevo aspettarmi seduto su un masso, all’ombra dei pioppi lungo il ruscello sottostante.

Ricordo il cinguettio reale degli uccelli fuori dalla finestra, così intonati con il sottofondo musicale che riproduceva l’acqua di un ruscello; mi davano la prova di essere sveglia, mentre l’anima volava.
Ricordo un soffio di spirito sul viso, la certezza di essere tornata a casa.

E’ passato un po’ da allora, sto continuando il cammino, il terzo passo è appena iniziato!
L’Epifania passata in un posto pieno di storia, di prova tangibile di chi ha scelto l’amore al di sopra della vita.
E’ passato un mese, il mio caro Samurai avvisava che ogni percorso è pregno di prove, di possibili ostacoli e tentazioni durante il cammino.
Sembrava impossibile, mi sentivo forte. Venivo da quasi un anno senza ansia, paura o angoscia. Mi sentivo serena e tranquilla, libera finalmente di essere me stessa, entusiasta della vita come se guardassi il mondo con gli occhi di un fanciullo… cosa sarebbe mai potuto accadere?

E d’un tratto la prova è arrivata!
L’anima sembrava esser tornata nel silenzio, la mente mi stava riportando a vecchie pesanti abitudini.
Mi dicevo che era normale, cominciavo a chiedermi se poi, tutta questa mia serenità, non fosse la conseguenza di un fortunato periodo solo libero da problemi.

Di colpo sono tornati i pensieri negativi, le cose lasciate in sospeso a tormentarmi, come se percepissi che qualcuno stesse tramando qualcosa alle mie spalle.

Giovedì 3 febbraio, il problema arriva! Se non altro ho scoperto che non si trattava di pensieri negativi, ma di una nuova capacità di sentire le cose, forse.

L’incubo diventa realtà! La paura che diventa scoraggiamento, d’un tratto mi sono sentita debole, sola, scoperta e smarrita.
Proprio le cose che detesto e che sono il mio pane quotidiano, reclamano la mia attenzione, il mio impegno per risolverle. Poche speranze di via di scampo.

Domenica 6 febbraio: il reiki mi chiama, il cuore si aggrappa alla speranza, l’anima riprende la sua luce,.
Perdere la mia fede, la mia serenità, era diventato il vero incubo.

Stefano ci presenta Marietta, lei, anima candida, testimone d’amore e compassione, con una storia vagamente (e molto piu’ drammaticamente) simile alla mia. Marietta Grazie. Stefano Grazie di averla messa sulla mia strada a darmi un messaggio di fede, per riprendere slancio, sostegno, esempio.
Laura è ripartita, la solitudine dettata da attimi di annebbiamento ha lasciato velocemente il posto alla certezza che, da sola me la devo cavare, (come sempre), ma vicino a me ci sono tante anime pronte a sostenermi, e soprattutto che la mia è ancora qui, sveglia, attenta e soprattutto serena.
Amore, reiki, meditazione a me stessa e alla situazione.. la fede.. l’amore che muove il mondo.
Lunedi mattina il problema c’è ancora, ma stranamente più clemente. Il messaggio è evidente, la prova è stata almeno compresa: dovevo comprendere che bisogna stare sempre all’erta, sempre svegli, il cammino è fatto di passi.. bisogna camminare.. non smettere mai di comprendere.. di avanzare con fiducia e umiltà.

La prova si è rivelata fondamentale perché, non solo mi ha permesso di rafforzare la mia fede, ma anche perché mi sta dando la possibilità di sistemare le cose a cui permettevo di gravare come un macigno, temendo costantemente che mi franasse addosso. Una difficile ma importante opportunità, per mettere ordine e ridare equilibrio, anche sul lato pratico della mia vita, dove spesso lascio le cose in sospeso.

Mentre dal problema stamattina mi sono giunte addirittura le soddisfazioni, ho sorriso dentro di me, sapendo che l’amore che finora ho seminato, è tornato sotto forma di aiuto.
Nitida la certezza che non devo preoccuparmi, specialmente perché continuano a venirmi in mente, dolci note, le parole di una bambina che canta “ Se un giorno mi trovassi, in una valle oscura, paura non avrò, perché tu sei con me”..

E’ tardi e sto per abbandonare questa lunga testimonianza, per tornare a dedicarmi agli aspetti “pratici”. Lascio la carta piena di emozioni e mi dedico alle carte che devo organizzare, seguita dallo stereo, che a basso volume recita “L’amore non si arrende, è come l’acqua di sorgente, amico mio, l’amore è Dio”, cantata dalla voce del samurai, mio compagno di viaggio.

Il reiki sul mio cammino mi ha fatto finora grandi regali, mi ha ridato il contatto con me stessa, la mia anima, l’anima del mondo, l’amore… oltre a tante meravigliose esperienze, in cui ho potuto veder manifestata dalle mie mani, la possibilità di riaccendere qualche altra fiammella che ho intorno.
 
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elisir72
view post Posted on 18/5/2006, 14:03     +1   -1




Ciao LadySpring,
grazie per la tua testimonianza...mi ha colpito perche' io non ho ancora trovato la mia strada, e so che la vita ci presenta degli ostacoli per imparare delle cose, per crescere spiritualmente..piu' facile a dirsi che a farsi, a volte sembra che io cerco cerco, ma non trovo...oppure quello che va bene per tante persone non va bene per me, non mi da' quella serenita' e tranquillita' interiore che cerco, che desidero...Un esempio: la maggior parte dei libri che ho letto alla fine parlano di meditazione, l'altro giorno ho fatto i tarocchi di Osho in internet ed anche questi mi consigliano la meditazione, una persona spirituale che ho frequentato e che mi ha molto aiutato per un certo periodo della mia vita mi consigliava la meditazione...come mai tutti me la consigliano ed a me non viene naturale?
Forse non e' il momento giusto, forse non e' la strada giusta...
Ci sono alcune frasi che mi hanno colpito del tuo messaggio


QUOTE
E d’un tratto la prova è arrivata!
L’anima sembrava esser tornata nel silenzio, la mente mi stava riportando a vecchie pesanti abitudini.
Mi dicevo che era normale, cominciavo a chiedermi se poi, tutta questa mia serenità, non fosse la conseguenza di un fortunato periodo solo libero da problemi.
Di colpo sono tornati i pensieri negativi, le cose lasciate in sospeso a tormentarmi, come se percepissi che qualcuno stesse tramando qualcosa alle mie spalle.


Ecco, sono un po' le sensazioni che provo quando le cose non vanno come vorrei, quando arrivano i problemi, quando le cose non si risolvono e le persone continuano a sbagliare e ad aumentare i problemi, una volta, due, tre, un mese, sei mesi, due anni...
Mi deprimo e mi chiedo: perche' proprio io? Perche' ancora? Perche' sbagliano sempre con me?
Certo se le prove sono sempre simili, se continuano ci sara' pure un motivo...a dicembre sono crollata! Non ne potevo piu'....ma li' sono iniziata a stare meglio, se non altro accettando che non potevo cambiare le cose, che dovevo accettare la situazione, i problemi, l'imperfezione degli uomini, io che sono sempre abituata a lavorare duro e a fare le cose nel migliore dei modi...
Da allora, piano piano, le prove sono diminuite, anche se continuano, come probabilmente continueranno per tutta la vita, e forse le reggo meglio, un pochino, vista la mie emotivita'.

L'altro giorno ho letto una storia Zen che non avevo ben capito, una storia che parla di una donna che cerca un ago furoi perche' c'e' piu' luce, mentre l'ha perso in casa...mi chiedevo, che cosa ha a che fare con i mie problemi? Con la mia situazione personale?
Beh, l'intuizione e' arrivata oggi, leggendo il tuo messaggio. Devo smettere di cercare di risolvere i problemi, o meglio di cercare la mia felicita' all'esterno, (ovviamente bisogna risolvere i problemi pratici), di cercare la felicita' nella risoluzione dei problemi, negli altri. I problemi vengono e vanno, ma il nostro equilibrio non deve dipendere dai problemi, anche se non e' facile. Forse e' per questo che i problemi e le prove continuano..sono sempre focalizzata sul risolverli e sono sempre delusa quando ritornano...

Beh, forse sono sulla buona strada, anche se la strada e' ancora tanta, e sono sempre molto confusa...
Forse al momento giusto arrivera' anche per me il reiki o qualche persona ad illuminarmi...per ora sono felice di condividere con voi le mie riflessioni...
Un bacio


SPOILER (click to view)
Rabiya e il Problema di Dove Cercare l’Ago Perduto
Siamo nati per essere estatici, è un tuo diritto di nascita. Ma la gente è così sciocca da non rivendicare mai questo suo diritto. Le persone si interessano di più a ciò che gli altri possiedono, e iniziano a inseguire quelle cose. Non guardano mai dentro di sé, non cercano mai nella propria casa. La persona intelligente inizia la propria ricerca dal suo essere interiore – quella sarà la sua prima esplorazione – perché se non sai cosa c’è dentro di te, come potrai mai ricercare nel mondo intero? È un mondo così vasto. E coloro che hanno guardato dentro di sé, l’hanno trovato istantaneamente, immediatamente. Non si tratta di un progredire graduale, è un fenomeno istantaneo, un’illuminazione improvvisa.Ho sentito narrare un episodio della vita di Rabiya al-Adawia, una grandissima mistica Sufi. Una sera, gli abitanti del suo quartiere la trovarono seduta in mezzo alla strada, mentre cercava qualcosa. Era ormai anziana, e la sua vista era debole, difficilmente avrebbe potuto trovare qualcosa con il calar della notte, per cui i suoi vicini si avvicinarono per aiutarla. Le chiesero: “Cosa stai cercando?” Rabiya rispose: “È una domanda irrilevante: sto cercando; se potete aiutarmi, aiutatemi!” Risero e dissero: “Rabiya, sei impazzita? Dici che la nostra domanda è irrilevante, ma se non sappiamo cosa stai cercando, come potremo aiutarti?” Rabiya disse: “Va bene, solo per accontentarvi, vi dirò che cerco un ago. Ho perso il mio ago”. Subito si misero a cercarlo, ma in breve si resero conto che la strada era larga e lunga e un ago era una cosa piccolissima, per cui chiesero: “Rabiya, per favore, puoi dirci dove l’hai perso? Il punto preciso, altrimenti sarà molto difficile trovarlo: la strada è così larga e noi potremmo cercarlo in eterno… dove l’hai perso?” Rabiya disse: “Ecco che di nuovo fate una domanda irrilevante. Cosa c’entra con la mia ricerca?” Si fermarono e le dissero: “Di certo sei impazzita!” Rabiya disse: “Va bene, solo per accontentarvi, vi dirò che l’ho perso in casa mia.” Allibirono: “Ma allora perché lo cerchi qui?” E si dice che Rabiya abbia detto: “Perché qui c’è luce e in casa non c’è luce alcuna”. Il solo stava ancora tramontando e in strada c’era ancora un po’ di luce. È una parabola di significato profondo. Hai mai chiesto a te stesso cosa stai cercando? Hai mai posto come punto di profonda meditazione, conoscere cosa stai cercando? No. Anche se in qualche istante, una vaga apparenza, un pallido sogno ti hanno dato un remoto spiraglio, un’idea vaghissima di ciò che stai cercando, non hai alcuna idea precisa, non l’hai mai saputo con esattezza. Ancora non l’hai definito. Se cerchi di farlo, più diventa definito, e maggiore sarà la sensazione che non è affatto necessario cercarlo. Quella ricerca può continuare solo in uno stato di vaghezza, in uno stato di sogno, allorché le cose non sono chiare e si continua a cercare. Spinto da una pulsione interiore, mosso da un’ignota emergenza interiore, sai solo una cosa: hai bisogno di cercare. Questo è un bisogno interiore. Ma non occorre affatto che tu sappia cosa stai cercando. Ma se non sai cosa stai cercando, come potrai trovarlo? È qualcosa di vago: tu pensi che sia il denaro, il potere, il prestigio, la rispettabilità. Ma poi vedi le persone rispettabili, i potenti… anche loro stanno cercando. Vedi le persone incredibilmente ricche: anche loro stanno cercando. Tutti sono alla ricerca, fino all’ultimo giorno di vita. Quindi la ricchezza non aiuterà, il potere non servirà: la ricerca continua malgrado tutto ciò che si raggiunge. Di certo si sta cercando qualcos’altro. Questi nomi, queste etichette – denaro, potere, prestigio – servono solo ad appagare la mente. Servono solo a darti la sensazione che stai cercando qualcosa… e quel qualcosa è ancora indefinito, è una vaghissima sensazione. La prima cosa che un vero ricercatore deve fare, un ricercatore che sia diventato un po’ presente e consapevole, è definire la ricerca. Deve formulare un concetto netto che la definisca: di cosa si tratta? Deve farla affiorare, deve uscire dall’inconscio onirico; deve guardarla direttamente; deve mettersi a confronto. E immediatamente avverrà una trasformazione: se inizi a definire la tua ricerca, inizierai a perdere qualsiasi interesse per qualsiasi ricerca. Più sarà definita, meno sarà presente. Quando sarà evidente, quando la conoscerai in ogni dettaglio, all’improvviso scomparirà. Esiste solo quando tu non sei attento. Lasciamelo ripetere: la ricerca esiste solo quanto tu sei addormentato; la ricerca esiste solo quando tu non sei consapevole. L’inconsapevolezza crea la ricerca. Certo, Rabiya ha ragione. All’interno non c’è luce, e poiché non c’è luce e non c’è alcuna consapevolezza dentro di te, ovviamente tu continui a cercare all’esterno; perché all’esterno le cose sembrano più evidenti. Tutti i nostri sensi sono estroversi: gli occhi si aprono verso l’esterno. Le mani si muovono, si protendono verso l’esterno; le gambe si spostano all’esterno; le orecchie sentono i rumori e le voci che vengono dall’esterno. Qualsiasi sia il tuo strumento di percezione, si apre all’esterno: tutti e cinque i sensi si muovono in maniera estroversa. E tu inizi a cercare lì, dove puoi vedere, sentire, toccare – la luce dei sensi ricade sull’esterno. E colui che ricerca è all’interno. Questa dicotomia va compresa. Il ricercatore è all’interno, ma poiché la luce è all’esterno, egli inizia a muoversi in maniera ambiziosa: cerca di trovare all’esterno qualcosa che lo appaghi. Non accadrà mai. Non è mai accaduto. La natura stessa delle cose lo rende impossibile, perché se non ricerchi colui che ricerca, ogni tua ricerca sarà priva di qualsiasi significato. Se non arrivi a sapere chi sei, tutto ciò che ricerchi è futile, perché non conosci il ricercatore in sé. E senza conoscerlo, come potrai incamminarti nella giusta dimensione, nella giusta direzione? È impossibile. La prima cosa, la cosa fondamentale, dev’essere presa in considerazione per prima! Se ogni ricerca si fermasse e tu all’improvviso diventassi consapevole che ora esiste un’unica cosa da conoscere: “Chi è questo ricercatore dentro di me? Cos’è questa energia che vuole ricercare? Chi sono io?”, in quel caso accadrebbe una trasformazione. All’improvviso ogni valore muterebbe: inizieresti a muoverti all’interno del tuo essere. In quel caso, Rabiya non sarebbe più seduta in mezzo alla strada, alla ricerca di un ago che è stato perso da un’altra parte, nel buio della propria anima interiore. Quando inizierai a muoverti dentro di te… Per molte vite sei stato all’esterno, sotto un sole cocente, nel mondo; pertanto, quando entri dentro di te, ti rendi conto di aver completamente dimenticato come riadattare gli occhi. La meditazione non è altro che questo: riadattare la tua visione, i tuoi occhi. E se continui a guardare dentro di te – ci vorrà tempo – per gradi, lentamente, inizierai a percepire all’interno una luce meravigliosa. Ma non è una luce aggressiva: non assomiglia al sole, è più simile alla luna. Non acceca, non stordisce, è molto calma, quieta; non è calda, è estremamente compassionevole, è un lenitivo, un balsamo. Pian piano, quando ti sarai adattato alla luce interiore, vedrai che tu ne sei la sorgente stessa. Colui che ricerca è la cosa cercata. Allora vedrai che tutti i tesori si trovano già dentro di te, e il problema era solo questo: tu stavi cercando all’esterno. Stavi cercando quel tesoro da qualche altra parte, all’esterno, mentre era sempre stato dentro di te, all’interno. Lo cercavi nella direzione sbagliata, ecco tutto.
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LadyspringBF
view post Posted on 19/5/2006, 12:05     +1   -1




CITAZIONE (elisir72 @ 18/5/2006, 15:03)
la strada è così larga e noi potremmo cercarlo in eterno… dove l’hai perso?” Rabiya disse: “Ecco che di nuovo fate una domanda irrilevante. Cosa c’entra con la mia ricerca?” Si fermarono e le dissero: “Di certo sei impazzita!” Rabiya disse: “Va bene, solo per accontentarvi, vi dirò che l’ho perso in casa mia.” Allibirono: “Ma allora perché lo cerchi qui?” E si dice che Rabiya abbia detto: “Perché qui c’è luce e in casa non c’è luce alcuna”.


È una parabola di significato profondo. Hai mai chiesto a te stesso cosa stai cercando? Hai mai posto come punto di profonda meditazione, conoscere cosa stai cercando?

Se cerchi di farlo, più diventa definito, e maggiore sarà la sensazione che non è affatto necessario cercarlo. Quella ricerca può continuare solo in uno stato di vaghezza, in uno stato di sogno, allorché le cose non sono chiare e si continua a cercare. Spinto da una pulsione interiore, mosso da un’ignota emergenza interiore, sai solo una cosa: hai bisogno di cercare. Questo è un bisogno interiore.

Ma non occorre affatto che tu sappia cosa stai cercando. Ma se non sai cosa stai cercando, come potrai trovarlo?

Cara Elisir,
visto che credo che testimoniare le proprie esperienze sia fondamentale proprio per aiutare l'altro rispetto ad esse, non posso che accogliere
con gioia il fatto che ti ho aiutata a darti delle risposte.. o meglio a vedere le cose da un diverso punto di vista.


Sai, io credo che trovare la strada sia il vero fine racchiuso nella vita.. e se può farti star meglio mi sento di dirti che è difficile per tutti.. e soprattutto (come ho cercato di testimoniare) quando tutto sembra chiaro.. immediatamente dopo ci ritroviamo a fare i conti con il nostro essere.. e magari ci rendiamo conto che c'è tanta strada da fare.. anzi.. che non bisogna mai distrarsi.
Io penso che la cosa piu' importante sia.. cercare, restare sempre centrati.. non so a te, ma a me quello che spaventa di piu' sono i momenti in cui non riesco a farlo, quando la vita mi fagocita nella routine.. e mi sembra di essermi di nuovo persa.

In realtà, passato il momento.. mi rendo conto di aver fatto altri passetti avanti.. e allora acquisto forza, perchè credo che l'esperienza se valutata nel profondo è sempre evoluzione.. di qualsiasi tipo essa sia.. (anzi, spesso mi rendo conto che quelle negative sono un toccasana per fare dei passi avanti).

Io penso che sia fondamentale rendersi conto che "si è in cammino".. e non bisogna "cercare" la strada... basta solo rendesi conto che ci siamo già sopra.. dobbiamo solo guardare i passi che facciamo..

Citi "quello che va bene per gli altri, non va bene per me".. ebbene.. io ho sempre vissuto con questa stessa sofferenza, fino a quando non mi sono resa conto.. che è ovvio, oltre che positivo che sia cosi.. d'altronde il mio modo di essere e di affrontare la vita non può essere mai identica a quella degli altri.. e penso, convintissima, che anche in relazione alla spiritualità, viviamo le esperienze secondo il nostro modo di essere, i nostri talenti, i nostri difetti.
Esempio, io vedo la mia ricerca spirituale con estrema libertà.. mi sento molto "capra".. nel senso che per mie caratteristiche preferisco trovare la mia verità e le mie consapevolezze.. fuori dai metodi, perchè io sono cosi.. Io non amo mai chiudermi in un gruppo, vedere le cose stabilite dal punto di vista della massa.. ed è ovvio che non potrebbe essere altrimenti in merito alla ricerca spirituale.

Per esempio.. quando ho fatto il primo livello, vedevo la possibilità di portarlo avanti come un'utopia.. ed il motivo è che io, di solito, semino... mi appassiono.. ma vado sempre oltre e questo, era valutato (erroneamente) da me e dagli altri come un difetto per mancanza di costanza.
Non ti nascondo che ero convinta e mi sentivo in colpa per questo, che sarebbe andata cosi.. ma cosi non è stato.. perchè in un anno e mezzo sono diventata Master con una serenità che non avrei mai immaginato. Ma è anche vero, che ho preso questa meravigliosa esperienza e l'ho armonizzata con il mio modo di essere.. infatti, sapevo.. e ora ho la conferma (oltre che il convincimento che cosi deve essere) che questa è un esperienza solo mio.. e che seppure la maggio parte dei Master si attivano immediatamente per trasferire la loro conoscenza agli altri.. magari farne un lavoro, o peggio rischiare di farne un dogma che per forza gli altri devono prendere allo stesso modo..

Ho portato a casa il cammino con il Reiki, principalmente per me stessa.. (forse per la prima volta nella mia vita ho portato a compimento qualcosa).. e nell'anima, mi pongo in qualità di MasterReiki se sento ce ne sia veramente bisogno.. perchè fa parte di me il rispetto del cammino degli altri, come pretendo rispetto per il mio.. e tutto si è coniugato magnificamente.

Ho avuto esperienze di gente che ha preso il primo livello e che si è persa perchè non aveva "ottemperato" a certe regole.. ho sentito parlare di bagni di sale, riti di purificazione fissi.. posizioni delle mani standardizzate.. io non avrei mai potuto continuare il mio percorso di Reiki con questi presupposti.. sono troppo creativa e mi reputo troppo "liberale" per poter riuscirci..
A differenza di quelle ragazze, probabilmente ho avuto la fortuna di avere un Maestro molto simile a me... che rispetta l'essenza e l'identità dell'altro, che ha orrore dei dogmi.. e per un semplice fattore: si perde il vero contatto con Dio, l'esperienza, se stessi.
In relazione a questo, mi preme riportatrti la famosa "legge di risonanza".. ovvero che ogni cosa giunge a momento opportuno.. e secondo le modalità idonee alla nostra evoluzione.. cioè a ognuno capita il maestro, l'esperienza che in quel momento è in grado di "affrontare... come se fossimo delle radio.. ci sintonizziamo sulle "vibrazioni" che siamo in grado di "decodificare".. e questo per esperienza mi sento di dire che accade sia nel bene che nel male.. ma sempre di esperienza si tratta.

Riguardo alle meditazioni.. non sai quanto posso capirti.. perchè le ho provate un pò tutte.. ma le ho per forza personalizzate, io non sono in grado, non fa parte di me.. fare le cose che realmente non sento.. e quindi per "regola", e ne ho conferma dalla consapevolezza che ne ricevo, sperimento "miei" modi di fare meditazione, preghiere.. ognuno è un pezzo di universo a se.

Osho.. quanto mi ha aiutata... i tarocchi ce li ho anche e quando mi trovo un pò "spenta".. li uso (anzi, devo dire che sono i miei tarocchi preferiti).. e non mi stupisce se fai fatica a capire quello che ti dicono.. la stessa fatica facevo io, anzi, molto spesso li consideravo addirittura incomprensibili.

" L'altro giorno ho letto una storia Zen che non avevo ben capito, una storia che parla di una donna che cerca un ago furoi perche' c'e' piu' luce, mentre l'ha perso in casa...mi chiedevo, che cosa ha a che fare con i mie problemi? "

Magari questa considerazione l'hai già fatta.. ma se questa carta fosse capitata a me, sicuramente mi sarei resa conto che evidentemente cerco la mia "luce" nelle cose "fuori di me".. e non "dentro"... e qui mi viene pure un pensiero di grande felicità.. perchè mi sembra molto attinente a questa nostra discussione. La verità è che spesso pensiamo che la strada sia da cercare, che la verità non ci sia ancora "palesata".. mentre la verità è dentro di noi.. è l'essenza di ciò che siamo.. l'essenza della vita... l'ago non dobbiamo cercarlo dove c'è luce esterna.. la luce esternamente è solo illusoria.. la vera luce, che riguarda noi stessi è solo e soltanto dentro di noi.. è li che dobbiamo cercare il nostro "ago". NOI STESSI

ti abbraccio forte e sono curiosa di sapere cosa ne pensi.

 
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elisir72
view post Posted on 19/5/2006, 14:23     +1   -1




Ciao Ladyspring,
grazie per il tuo messaggio.
Mi hanno colpito in particolare alcune cosr che hai detto

QUOTE
Io penso che sia fondamentale rendersi conto che "si è in cammino".. e non bisogna "cercare" la strada... basta solo rendesi conto che ci siamo già sopra.. dobbiamo solo guardare i passi che facciamo..

Ecco, fa un po' parte del mio carattere (e di quello che mi hanno insegnato i miei genitori..) pensare che se cerchiamo, troviamo, che bisogna lottare per avere qualcosa, loro in fin dei conti sono stati molto poveri da giovani e grazie al lavoro hanno una vita (almeno materialmente) piu' tranquilla...
cosi' cerco..cerco...e non trovo...
In quei pochi momenti di intensa felicita', invece, mi rendo conto che spesso non facevo nulla, semplicemente gioivo della vita', del sole, di essere con delle persone care, di esserci...mentre in passato quando lavoravo tanto per raggiungere uno scopo (la scuola, un esame, la tesi, ecc.), dopo averlo ottenuto inevitabilmente mi sentivo vuota...come mai?
Non so perche' mi vengono in mente queste cose, ma probabilmente questo e' anche il motivo per cui faccio cosi' fatica a sentirmi sulla strada....
Ultimamente alcuni eventi esterni hanno rallentato molto le mie aspettative e le mie attivita' (saturno congiunto al mio sole) e forse questa mia forzata inattivita' o rallentamento, mi hanno spinto a calmarmi un pochino, a placare un poco questa sete interiore che cerca cerca ma non trova mai...

QUOTE
In relazione a questo, mi preme riportarti la famosa "legge di risonanza".. ovvero che ogni cosa giunge a momento opportuno.. e secondo le modalità idonee alla nostra evoluzione.. cioè a ognuno capita il maestro, l'esperienza che in quel momento è in grado di "affrontare... come se fossimo delle radio.. ci sintonizziamo sulle "vibrazioni" che siamo in grado di "decodificare".. e questo per esperienza mi sento di dire che accade sia nel bene che nel male.. ma sempre di esperienza si tratta.

Credo anch'io in questa "legge di risonanza", che ogni cosa, persona o esperienza giunge al momento opportuno...l'ho sperimentato in passato...a volte semplicemente cerchiamo nella direzione sbagliata...ad esempio io quando ero piu' giovane credevo che trovare il ragazzo giusto portasse la felicita'...la favola del principe azzurro andrebbe abolita :angry:
io ho frequentato la Chiesa Cattolica per circa 20 anni...dall'infanzia al tempo dell'universita', poi piano piano ho aperto gli occhi...ho iniziato a pensare a cosa veramente mi fa stare bene, ed ora non ce la faccio proprio a frequentare gruppi religiosi, anche se tante persone si trovano bene in questi gruppi..sicuramente il gruppo aiuta molto, mentre quando si e' soli si fa piu' fatica...
Ho frequentato una persona spirituale per circa un anno, mi ha aiutato a capire molte cose, mi faceva delle sedute psicologiche-spirituali (non era uno psicologo vero e proprio), ma l'anno scorso ho sentito il bisogno di staccarmi, oltre al fatto che era molto costoso, 50 euro all'ora, ho sentito che dovevo andare avanti da sola, ed ero stanca di pagare per cose spirituali, anche se purtroppo sembra che si facciano molti affari in questo campo...
La cosa strana e' che ultimamente questa persona mi aveva detto che ero "guarita", insomma, secondo lui non avevo piu' bisogno di lui, ma poi una volta che ero di nuovo in crisi, mi ha consigliato di tornare da lui...
Beh, ripensando a quei momenti, mi fa sorridere il fatto che ci si possa considerare guariti da questo punto di vista...anche se spero di arrivare a provare quella calma e serenita' interiore che alcune persone dimostrano...
Un bacio
:)
 
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view post Posted on 21/5/2006, 12:24     +1   -1
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Imperatrice della bambagia!

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Ciao Lady, molto bello il tuo racconto, come sempre molto profondo e toccante.
Ammiro il modo in vivi queste esperienze.
Non ho mai cercato il reiki. E' sempre stato lui a trovare me. Primo livello e secondo presi per puro caso. Manco sapevo che fosse reiki, quando mi accingevo a prendere il primo, come se qualcuno mi ci avesse scaraventato in mezzo....

Pero' devo essere sincera le mie esperienze non sono belle come le tue ;P, il mio primo livello di reiki fu un vero disastro, da quando mi alzai la mattina durante tutto il giorno mal di testa, insofferenza, e senso di vomito. Un vero incubo, quelle ore non passavano piu', e volevo solo andarmene a casa...a prendere un aspirina. Mi ricordo che non successe neanche niente, mi spiego meglio tutti i compagni con cui avevo fatto reiki, durante l'attivazione sentivano chissa cosa, io mai niente....inoltre dopo neanche qualche mese, incontrarono avvenimenti che gli cambiarono letteralemnte la vita.
Io zero.
Non ho mai creduto infatti profondamente a queste cose, come tu sai il mio approccio e' profondamente razionale, e perche la mia esperienza di vita mi ha insegnato questo.
Dopo poco mollai completamente l'uso del reiki e quello che avevo appreso nel primo livello.

Sempre per caso, un anno e mezzo circa dopo, ho preso il secondo livello. Qui per fortuna e' andata un po meglio, ho raccontato la mia esperienza in forum: http://babysara.forumfree.net/?t=8013613 (ti lascio il link)
Tante piccole conicidenze che mi hanno fatto sorridere....

Sono oramai alla fine dell'attivazione, ma non sento grandi cambiamenti ne intorno a me ne dentro di me.
Credo che il reiki possa essere un motivo, ma non il motivo, per stare meglio. Quello credo, nel mio caso, non mi accaparro il diritto per gli altri, partira' sempre da me. Da quello che io scelgo.
Uso il reiki come una meditazione per rilassarmi la notte, ogni tanto l'alterno alla meditazione, ma se devo dire che ha portato a risultati o cmq a risultati che io ho notato, questo ahime non posso dirlo.
Ma come dico io...tanto male non fa. Al massimo lascia le cose cosi' o le migliora....^^
Credo che il desiderio di migliorarci parta da noi stessi...


Ovviamente tutto quello che ho detto fa parte della mia esperienza, questo sia ben chiaro non vuole mettere in discussione la tua, che mi da sempre una gran gioia leggere. trovo le tue esperienza sempre cosi magiche...


Ciao
Sara
 
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LadyspringBF
view post Posted on 22/5/2006, 15:16     +1   -1




Cara Sara..

leggere quello che hai scritto.. per me è un ulteriore conferma.. il Reiki, come qualsiasi altro "metodo" non è "la via"... è un possibile percorso.. e tutto è molto attinente al modo in cui vediamo le cose.. a come siamo..

per esempio lo yoga mi ha sempre colpito molto, ma avendo fatto una fugace esperienza con l'ambiente, l'aria ke si respira, il modo di porsi e di vedere la vita delle persone che lo praticavano.. mi ha dato una conferam.. lo yoga non fa per me!!
Non ti nascondo che continua a suscitare in me tanto fascino.. ma proprio non sarei me stessa.. e quindi non faccio altro che vederlo con ammirazione.. e anche con una punta di razionalità.. quella che appunto in relazione a me stessa mi dice che non potrebbe farmi bene una tecnica che mi fa fare i gorgeggi con il diaframma.. tutti seduti a cerchio o in una stanza.. non sarei io, non riuscirei neanche a sentirmi a mio agio.
Detto ciò, rispetto e ammiro coloro che hanno trovato una risposta.. fa parte del loro percorso e sono felice che abbiamo trovato qualcosa che li centri su loro stessi, sulla propria consapevolezza.

oltre allo yoga potrei farti un mare di altri esempi.. tipo corsi di meditazione, gruppi di preghiera, i rosacroce, etc..

il reiki si è fuso con me per un motivo.. "è il rapporto con l'energia d'amore verso la vita e noi stessi".. e visto che io sento che la mia ricerca non può che essere individuale.. non mi sento "forzata" in alcun modo, mentre allo stesso tempo ho imparato a mettere in luce molte potenzialità..

tutto credo si muova attraverso un presupposto di base "la fede"... e io mi reputo fortunata ad aver conosciuto Stefano.. perchè come ho già scritto è il "maestro" migliore che avrei potuto trovare... è laureato in teologia, in filosofia, maestro shatzu, sensei di Aikido e altre discipline giapponesi, è un ex sacerdote che seguiva i giovani.. un cantautore, eppure in lui esiste un presupposto per me fondamentale "lo spirito del dubbio".. fuso con il proprio sentire... che parte da un concetto fondamentale "il rispetto dell'essere e dell'individualità dell'altro".

Personalmente con il Reiki ho avuto delle esperienze molto forti.. al di là dell'evoluzione personale.. ho visto migliorare mia madre (da anni in piena crisi esistenziale che pensava solo alla morte con terrore).. mi ha chiesto lei di farle il reiki.. e a parte emozioni fortissime mentre le davo Reiki, l'ho vista di giorno in giorno rifiorire.. ed oggi è un miracolo davanti ai miei okki.
L'ho praticato alla persona che amo, anche lui me l'ha chiesto... e neanche gli ho spiegato precisamente di cosa si trattasse.. e anche lui ed in maniera incredibile.. si è risvegliato "dentro".. si è riacceso spiritualmente e non sai quanta gioia mi ha dato tutto questo, oltre a fortissime esperienze mentre gli davo Reiki, soprattutto a distanza.

L'ho praticato e ho attivato un primo livello ad una ragazza che lavora con me.. si è accesa.. è completamente una persona diversa anche fisicamente.. ne ha giovato il suo corpo, il modo di comunicare, il modo di vedere la vita.. e a 34 anni ha trovato il ragazzo per la prima volta.

non mi va di continuare con la lista.. sono solo esperienze, e di una cosa sono certa.. che facciamo da "specchio" e quella mia serenità, la mia energia, la mia voglia di vivere.. si riflette tutta intorno.. e in tutti i casi sono stati gli altri che mi hanno chiesto di farli entrare in quel mondo.. ed il Reiki ha risposto.. ma sono convinta che tutto si muova sempre "dalla propria fede"..

Nella nostra scuola, ad esempio, nessuno inizia il suo cammino con il Reiki se non l'ha scelto.. se non ci crede.. secondo l'antica tradizione..
certo, può iniziare credendoci e poi non voler continuare piu'.. nessuno è costretto.. ognuno sceglie per se stesso.. ma anche iniziare come se fosse una ricetta magica che risolve i problemi del mondo... non fa che aumentare il rischio di diminuirne il significato.

pur essendo un Master non lo enfatizzo come se fosse un toccasana per tutti, prenderei in giro me stessa, l'altro.. l'universo stesso.. Siamo tutti cosi meravigliosamente uguali eppure diversi.. che dogmatizzare anche il Reiki mi sembra di tornare al problema antico come l'uomo.. lo spirito che diventa "legge", "ricetta".. dogma.. e pian piano perde la sua potenza sacra.

Io per esempio, non me lo pratico grandemnete...ho tutto un rapporto particolare con me stessa e la mia energia.. ma quel che è certo è che ora mi sento centrata.. che sono consapevole della mia funzione... io vedo un Reikika come un "canale" energetico.. attraverso il quale passa l'energia d'amore.. e questa è esattamente la visione che percepivo di me.. da sempre.. e che non sapendo gestire spesso diventava sofferenza e sacrificio.


Mi sono dilungata nuovamente.. ma mi hai dato parecchi spunti e ho voluto cogliere l'occasione per ribadire che non esiste una via.. una ricetta.. adatta a tutti..

:P ecco perchè la mia esperienza ti è sembrata piu' "bella" della tua.. ;) semplicemnte per il modo in cui è arrivata.. e soprattutto in relazione a come l'abbiamo vissuta :rolleyes:

pure tu per me sei magica.. per la tua poliedricità... la tua sagacia, e soprattutto la tua costanza.. che mancandomi.. ammiro molto in te

bacio giuggiola

 
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5 replies since 18/5/2006, 12:27   534 views
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