Anello di sosta forum

Il caso di Elena Ceste

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 24/4/2014, 15:58     +1   -1

Group:
Star Citizen
Posts:
1,492
Reputation:
+2

Status:


Psicov --- Psicologia dei Comportamenti Violenti. -- -- Violent Behavior Psychology

Sito dell'Associazione Italiana per lo Studio e Ricerca sui Comportamenti Violenti -CRCV- Italy. ---------- Violent Behavior and Prevention Research Center - VBRC -Au-- Lorenzi Alfredo, Neurobiol, Neurosc.Human Behavior Biosincr - Basil--Davis CA -- Karin Hofmann, Phd Aggressive Behavior--Au

Elena Ceste e quel rapporto che non funzionava più. Ormai è morta.

L'allontanamento di Elena Ceste da casa, dai figli e dal marito è senza dubbio un fatto del tutto
peculiare per le modalità sia di tempo che di spazio in cui è presumibilmente accaduto.
E' peculiare fino al punto che nella casistica di cui dispongo (quella di un criminologo molto famoso americano, integrata con altri casi italiani da me curati, francesi tedeschi e inglesi), ho faticato non poco a trovarne un paio che la richiamano in modo abbastanza riconoscibile. Una era una coppia senza figli, si è scoperto poi che la donna era fuggita letteralmente da casa e si era poi unita in clandestinità con un altro uomo, conosciuto per caso poche settimane prima.
La seconda era una madre di due figli, che aveva conosciuto in chat un uomo, da cui era poi sorta una specie di relazione non relazione, una sorta di gioco, che poi era stato scoperto dal marito è aveva condotto a notevoli litigi, fino al giorno in cui di mattina presto, lei si era allontanata da casa, per essere poi ritrovata alcuni giorni dopo, suicida, lanciatasi da ponte su di una strada.

Ma il caso di Elena Cesta non è molto simile: intanto ci sono di mezzo ben 4 figli, che lei accudiva come madre e donna di casa, casalinga. Poi c'è probabilmente la noia, un senso di inquietudine per un tipo di esistenza che non soddisfaceva alcuni suoi desideri e aspirazioni. Poi la partecipazione tipicamente abitudinaria e di routine alla messa, il vuoto di amicizie femminili e coetanee, l'ambiente assai contadino e isolato di per sé, e i quattro figli, che di certo rappresentano un impegno non da poco.
Ecco allora un tentativo di fuga, virtuale, tramite l'internet, che lei probabilmente si trova in casa, utilizzato dai figli e da cui impara a farne uso; la chat con alcuni uomini presuntivamente coetanei, il conflitto tra la fedeltà e il suo desiderio di evasione da quel mondo ristretto in cui si sente infilata e il senso di disperazione tutto suo, probabilmente che agisce all'interno di un qualche disturbo della personalità.
L'inizio di un rimuginamento ossessivo, la convinzione di essersi infilata in una storia di tradimento e di ricatto, il convincersi di essere sulla bocca di tutti i paesani, il suo terrore di perdere quei punti saldi, la chiesa, la famiglia, i figli che sono al centro della sua stabilità mentale assai precaria.
In un crescendo di ossessività e falsi convincimenti, si ritrova a perdere sempre più il contatto con la realtà interiore, sopraffatta da queste preoccupazioni (del tutto immaginarie ma reali per lei), d'impeto, attende il momento appena propizio, afferra gli abiti e infine, in preda alla disorganizzazione (depersonalizzazione e derealizzazione), li abbandona nel modo che sappiamo, compreso gli occhiali, quegli occhialoni da vista che vediamo in alcune foto, (non sappiamo se era realmente nuda come si dice, non possiamo saperlo a meno che qualcuno non l'abbia vista e dichiarato) e si allontana da casa.

Ma in base a quello che sarebbe accaduto, come si allontana da casa e in che finestra temporale?

Siamo a Motta di Costigliole d’Asti, una piccola frazione di pochi abitanti. Di quelle in cui ci si conosce tutti. Sono le 8.15 del 24 gennaio. Elena Ceste, 38 anni, chiede al marito, Michele Buoninconti, vigile del fuoco di Alba, di andare lui a portare i bambini a scuola perché non si sente bene.
Alle 8.35 il Buoninconti rientra a casa. Della donna non c’è più traccia.
Rimangono solo dei vestiti e gli occhiali da vista da cui la Ceste non si separava mai perché molto miope. Sul tavolo la fede nuziale.

Qindi, se stiamo a quanto ci dice il marito, sono venti minuti, una finestra temporale poco sufficiente per far perdere le tracce, a meno che non si utilizzi una auto propria o meglio ancora di qualcuno. Si perché è praticamente impossibile che nessuno noti camminare da sola, per qualche viottolo o campo almeno nelle adiacenze dell'abitato, una figura femminile, mezza nuda (poi sarà da vedere, poteva essere vestita o meglio travestita),
Insomma, nonostante la premessa sul tipo di stato mentale e interno della scomparsa, devo dire che c'è, nella modalità della scomparsa, almeno quella raccontata dal testimone e marito, qualcosa che non mi quadra. Non mi quadra e può essere per la scarsa capacità comunicativa del marito, o per la sua incompetenza emozionale, o per la sua scarsa cultura e QI, ma direi che al momento, il marito resta l'unico testimone e l'unica persona che ha visto la scomparsa prima del suo allontanamento che permane fino ad oggi, cioè oltre le 48 ore in cui è probabile ritrovare una persona scomparsa, in qualunque modo sia accaduto.

Quindi, riassumo la situazione come la vedo, ripeto è una mia ricostruzione (comunque ha un suo peso specialistico):
la donna ha una situazione di crisi personale e personologica, al punto che si mette in contatto con altri due uomini almeno, tramite la chat internet;
si pente e si sente in colpa per la situazione e crede di essere finita in qualche guaio e perdere la stima dei figli (del marito non sembra importarsene molto e direi che da almeno due o tre anni, non scommetterei molto sulla validità emozionale del legame tra i due, sia pure con 4 figli);
il marito intanto viene a sapere della sua incertezza e del fatto che lei non lo ama più, al punto che senza alcuna altra possibilità, ricorre all'unica possibile, ovvero la chat per conoscere altri uomini, cosa che è puntualmente accaduta;

E fino a qui, tutto fila liscio ma so per esperienza consolidata, che i mariti non prendono per niente bene queste situazioni, a meno che non siano anche loro in una situazione interna simile, cioè di disinnamorarsi della propria moglie, compagna o comunque la si voglia chiamare. A questo punto, devo decidere se credere a quanto mi racconta il marito, in assenza di alcuna testimonianza di avvistamento della donna nei pressi dell'abitazione e del centro abitato (cosa assai dubbia per me), oppure non credere e percorrere la strada del marito offeso e accidioso, che per quanto apparentemente debole di personalità, decide di far chiarezza in modo definitivo in merito alla storia che la moglie gli racconta o di cui viene comunque a sapere.

Propendo per questa seconda soluzione, ma non posso dire per quale motivo, si tratta della mia esperienza personale e questo deve bastare. Quindi, se le cose stanno in questo secondo modo, allora è pensabile che nella sparizione della nostra Elena abbia avuto una parte attiva il marito, e questo spiegherebbe tutta una serie di buchi che diversamente mi si aprono sotto i piedi.
Mi fermo qui, ma se fossi un inquirente, avrei fatto muovere i cani, poi avrei esaminato l'auto del marito, avrei analizzato tutti i suoi abiti, controllato gli scarichi dei lavandini eccetera; insomma, la solita routine che si attua sui sospetti di omicidio familiare. Se non salta fuori nulla, allora non so cosa dire, se non cercare nei pressi dell'abitazione per possibili tracce.
Se tutta questa attività è stata intrapresa per tempo, con esiti negativi, allora si considera la prima ipotesi, quella della fuga da motivazione psicologica e sotto carico psichiatrico. E' solo per una questione di database che mi porta a considerare l'allontanamento o fuga come seconda scelta ma devo dire che al momento si trovano entrambe le ipotesi al 50%. Comunque è da escludere la fuga con un altro uomo.

Aggiornamento 18 marzo

Elena Ceste ormai è quasi certamente morta: lo possiamo asserire per le casistiche di questi casi simili.
Ora il punto rimane: si è uccisa o è stata uccisa o spinta al suicidio?

In precedenza ho detto che l'ipotesi della scomparsa ad opera del marito è l'ipotesi più accreditabile, sempre in base alle casistiche ma a questo punto, devo pensare che gli inquirenti abbiano vagliato una serie di piste e ne abbiano già escluso alcune. In particolare, eventuali buchi presenti nelle dichiarazioni del marito, l'utilizzo dei cani molecolari, le operazioni di sopralluogo della casa e in particolare dei terreni attorno.
A questo punto, pur nelle incongruenze che sappiamo, mi sto sempre più orientando verso una notevole possibilità che l'allontanamento sia stato premeditato e determinato da una subentrata instabilità psicologica di Elena.
Purtroppo è da ritenere che stia prevalendo l'ipotesi di un crollo mentale della donna, dovuto al suo senso di isolamento e solitudine, al vuoto delle relazioni ambientali, al suo stato personologico naturale, che l'ha portata nel corso della vita a operare scelte che sono poi confluite nella attuale sconfortante situazione familiare e sentimentale. Devo pensare che le probabilità di una fuga disperata, in preda a uno stato delirante e ossessivo sia molto alta e con esito drammatico: in questi casi ricorrono il gettarsi da un dirupo, l'annegamento e simili. Esplorare le aree vicine, i luoghi scoscesi con alti dislivelli, ponti sopraelevati e sui fiumi, e corsi d'acqua, è ormai una opzione irrinunciabile, per quanto ardua.

Naturalmente, la strada della parte attiva, da determinare, del coniuge non può essere abbandonata, anche perché ad una prima analisi computerizzata dei video non sembra emergere un profilo del tutto esente da incoerenza espressiva e in certi momenti si ha quasi la certezza di una divergenza significativa tra quanto verbalizza e quanto comunica espressivamente. Insomma, se è certo che Elena era in uno stato di confusione e ossessione riguardo all'idea di essere ricattata, e anche abbastanza sicuro che il coniuge non può essere tenuto completamente fuori dalla sparizione, almeno per l'analisi facciale.
N.B. L'analisi computerizzata espressiva non tiene in alcun conto del canale verbale, quindi il contenuto e l'analisi del contenuto è completamente esclusa. Non rileva ad esempio il fatto che il marito abbia dato per certa la scomparsa della moglie al rinvenimento dei vestiti (meno gli occhiali), come è certo che la moglie non può stare senza di lui, quindi non poteva tradirlo e scomparire. Ne consegue che per lui e familiari, Elena è stata rapita o costretta con la minaccia a seguire qualcuno (tipica onnipotenza del pensiero, del tipo pensiero magico, sfera di cristallo che ci mostra una notevole nota narcisistica dell'uomo). Ma ripeto, queste e altre analisi, non sono quelle che direttamente tratto in dettaglio e secondo specializzazione, anche se so che per gli uomini della legge, sono estremamente importanti, e sono considerate preminenti.

Fonte: http://psicov.blogspot.com/2014/03/elena-c...e-non.html#more

Elena Ceste, alla scomparsa aveva 37 anni
PQP8NOIY6448-1168-U1030631661111W7B-U1030639867962lpG-51x75@LaStampa-ASTI-kwYG-U1030639867962lpG-568x320@LaStampa.it
 
Web   Top
0 replies since 24/4/2014, 15:58   385 views
  Share