Aloysius, attendo la risposta 'angelica'...
Intanto apro un altro dibattito interessante e come titolo metto:
Gli Ebrei sono legati alla figura della Grande Madre?
Il rispecchiarsi di Israele nella Luna, passi dell' AT ebraico
Il ruolo dei LUMINARI nella religione ebraico-cristiana
La religione degli Ebrei era diversa da quelle delle altre popolazioni antiche che erano politeiste: infatti gli ebrei
erano monoteisti, cioè credevano in un unico Dio erano convinti di essere un popolo eletto, scelto da Dio. In effetti, erano un popolo fondato da Dio. La tradizione ebraica elabora l'immaginario e la simbologia - sono comunque anche realistici considerandone l'esistenza - relativi ai fondamenti del proprio calendario lunisolare entro lo spazio testuale (cfr Esegesi ebraica e Pardes) segnato dalle fonti principali della Torah come Sapienza divina: la
Torah scritta (canone ebraico delle scritture costituito dal Pentateuco, in generale i detti Libri Profetici e/o altri come per esempio il Libro dei Salmi, il Libro di Ester, ecc: vedi appunto Tanakh) e la
Torah orale (Talmud, Midrash ed altri). Questa scrittura e questa oralità della tradizione sono legate tra loro dalla medesima relazione che lega un testo al suo commento tramite la rivelazione divina e lo studio della Torah.
CITAZIONE
« Il Talmud babilonese, con il suo nucleo della Mishnah, è il testo classico dell'ebraismo, secondo solo alla Bibbia. Se la Sacra Scrittura è il Sole, il Talmud è la sua Luna che ne riflette la luce. »
(Rabbi Norman Solomon, The Talmud, 2009, p. xv)
L’immaginario di partenza è quello offerto dal racconto biblico (Torah scritta) in cui il sole e la luna sono presentati entro l’"eco-nomia" generale di un mito cosmogonico (cfr Mosè e Giosuè):
LA GENESI« Dio disse: “Siano luminari nella distesa del cielo per far distinzione fra il giorno e la notte; siano anche indici per le stagioni, per i giorni e per gli anni. Funzionino come luminari nella distesa del cielo per far luce sulla terra”. E così fu. Dio fece dunque i due grandi luminari: il grande (sole) per presiedere al giorno e il piccolo (luna) per presiedere alla notte, e le stelle. Dio li pose nella distesa del cielo per far luce sulla terra; per presiedere al giorno e alla notte, e per fare distinzione fra la luce e le tenebre. E Dio vide che ciò era cosa buona. Fu sera e fu mattino, un quarto giorno. » (Genesi 1,14-19)« Rabbì Shimòn b. Pazzì evidenziò una contraddizione. Un verso dice:
“Dio fece dunque due grandi luminari” (Gen 1, 16); e il verso seguente dice: “ Il grande per presiedere al giorno e il piccolo per presiedere alla notte” (Gen 1, 17). La luna disse al Santo, benedetto Egli sia: “ Padrone del Mondo, è possibile per due re portare la stessa corona?” Le rispose: “Va' e rimpicciolisciti!” “Padrone del Mondo - gridò la Luna- per il fatto di aver detto una cosa giusta devo rimpicciolirmi?”. »(bChullin 60b)
« Rispose: “Va' e governerai sia di giorno che di notte!” “Ma che valore ha questo? – gridò la Luna – A cosa serve una lampada alla luce del sole?” Rispose: “ Va' e Israele conterà attraverso di te i giorni e gli anni.” “Ma – disse la Luna – è impossibile fare a meno del Sole per tener conto delle stagioni, come è scritto: “…siano anche indici per le stagioni, per i giorni e per gli anni” (Gen 1, 14). “Va' e i giusti saranno chiamati come te, come è scritto: “ Giacobbe il piccolo” (Amos 7, 2), “Samuele il piccolo” (Mishnà), “David il piccolo” (1° Sam. 17, 14). »(bChullim 60b)
La risposta offerta dal Creatore costituisce una consolazione: la luna viene considerata per il popolo ebraico anche per le ricorrenze ebraiche e per Rosh Chodesh (cfr Diaspora ebraica e Sinedrio). Questo destino di fallimento riguarda a maggior ragione la successiva compensazione etica (cfr Zaddiq) fondata sull'analogia luna-Israele e esplicata nel richiamo ai giusti di Israele (patriarchi, profeti e re) (cfr Era messianica e Tetragramma biblico).
« Visto che comunque non si consolava, il Santo, benedetto Egli sia, disse: “Portate un sacrificio di espiazione per Me, per aver rimpicciolito la Luna”. Questo è il significato di ciò che diceva Resh Laqìsh quando dichiarava:
“Perché a proposito del capro che veniva offerto per il capomese è scritto “Per il Signore”? Perché il Santo, benedetto Egli sia, aveva detto “Che questo capro sia di espiazione per Me, per aver rimpicciolito la Luna” »(bChullim 60b)
L’inconsolabilità della
Luna (Israele) coinvolge il Creatore stesso nell'imperfezione del creato. Anch'esso è costretto a prendersi le proprie responsabilità.
Il prezzo dell’atto creativo consiste nella rinuncia ad una prima perfezione, pur con riverenza alla Sua (di Dio onnipotenza e nella Sua sottoscrizione quasi in termini di un contratto (cfr Torah e Tiqqun).
A tal proposito la torah orale si esprime anche in un altro passo:
« R. Levi in nome di R. José b. Ilaj disse: è buona regola che il grande conti con il grande, ed il piccolo con il piccolo. Esaù conta (i mesi) col sole che è grande, Giacobbe conta con la luna che è piccola; come la Luna domina di notte e di giorno, così Giacobbe in parte in questo mondo e in parte nel mondo a venire (cfr Haggadah di Pesach).. R. Nahman disse: È un buon segno; per tutti i tempi in cui perdura la luce del grande, la luce del piccolo non si manifesta; tramonta la luce del grande, si manifesta la luce del piccolo. Così per tutto il tempo per cui perdura la luce di Esaù, la luce di Giacobbe non si manifesta; tramonta la luce di Esaù, si manifesta la luce di Giacobbe, come sta scritto: Sorgi, rivestiti di luce, ecc. (Is. 60, 1-2) »(Midrash, Bereshit Rabbah 6, 3)
In questo testo il rispecchiarsi di Israele nella Luna fa sì che l'opposizione sole-luna richiami quella Giacobbe-Esaù (Genesi 25-33).
Per la tradizione ebraica Esaù è il simbolo di quelle potenze imperiali (Assiria, Babilonia, Impero Macedone, Impero Romano, Impero Cristiano)
che, come il sole, sorgono e tramontano una dopo l’altra, oscurando con la propria luce quella di tutti gli altri astri.
Giacobbe/Israele è invece un "popolo lunare" che si oppone agli altri popoli senza negarli (cfr comunque anche Benedizione del sole, Libro di Giosuè e Qiddush haLevanah).
Secondo il
calendario ebraico, e l'ebraismo in generale, il giorno inizia con il tramonto.
Nei primi versi della Genesi, infatti, si recita:
« Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno » (Genesi 1;3-5)
Da qui si deduce che l'inizio del tempo fosse nell'oscurità e terminasse con il sopraggiungere della nuova oscurità.
L'istante esatto del tramonto è definito come il momento in cui il cielo è diventato abbastanza scuro perché vi si vedano tre stelle.
Fonte WikipediaMeraviglioso!
In Principio vi fu la notte...
Continua...
Edited by Anansi •* - 9/2/2014, 20:28