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Tra religione e filosofia

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Anansi •*
view post Posted on 9/2/2014, 11:04 by: Anansi •*     +1   -1

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Aloysius, attendo la risposta 'angelica'... :P ^_^
Intanto apro un altro dibattito interessante e come titolo metto:

Gli Ebrei sono legati alla figura della Grande Madre?


Il rispecchiarsi di Israele nella Luna, passi dell' AT ebraico
Il ruolo dei LUMINARI nella religione ebraico-cristiana



La religione degli Ebrei era diversa da quelle delle altre popolazioni antiche che erano politeiste: infatti gli ebrei
erano monoteisti, cioè credevano in un unico Dio erano convinti di essere un popolo eletto, scelto da Dio. In effetti, erano un popolo fondato da Dio.
:)

La tradizione ebraica elabora l'immaginario e la simbologia - sono comunque anche realistici considerandone l'esistenza - relativi ai fondamenti del proprio calendario lunisolare entro lo spazio testuale (cfr Esegesi ebraica e Pardes) segnato dalle fonti principali della Torah come Sapienza divina: la Torah scritta (canone ebraico delle scritture costituito dal Pentateuco, in generale i detti Libri Profetici e/o altri come per esempio il Libro dei Salmi, il Libro di Ester, ecc: vedi appunto Tanakh) e la Torah orale (Talmud, Midrash ed altri). Questa scrittura e questa oralità della tradizione sono legate tra loro dalla medesima relazione che lega un testo al suo commento tramite la rivelazione divina e lo studio della Torah.

CITAZIONE
« Il Talmud babilonese, con il suo nucleo della Mishnah, è il testo classico dell'ebraismo, secondo solo alla Bibbia. Se la Sacra Scrittura è il Sole, il Talmud è la sua Luna che ne riflette la luce. »
(Rabbi Norman Solomon, The Talmud, 2009, p. xv)

L’immaginario di partenza è quello offerto dal racconto biblico (Torah scritta) in cui il sole e la luna sono presentati entro l’"eco-nomia" generale di un mito cosmogonico (cfr Mosè e Giosuè):

LA GENESI
« Dio disse: “Siano luminari nella distesa del cielo per far distinzione fra il giorno e la notte; siano anche indici per le stagioni, per i giorni e per gli anni. Funzionino come luminari nella distesa del cielo per far luce sulla terra”. E così fu. Dio fece dunque i due grandi luminari: il grande (sole) per presiedere al giorno e il piccolo (luna) per presiedere alla notte, e le stelle. Dio li pose nella distesa del cielo per far luce sulla terra; per presiedere al giorno e alla notte, e per fare distinzione fra la luce e le tenebre. E Dio vide che ciò era cosa buona. Fu sera e fu mattino, un quarto giorno. » (Genesi 1,14-19)

« Rabbì Shimòn b. Pazzì evidenziò una contraddizione. Un verso dice: “Dio fece dunque due grandi luminari” (Gen 1, 16); e il verso seguente dice: “ Il grande per presiedere al giorno e il piccolo per presiedere alla notte” (Gen 1, 17). La luna disse al Santo, benedetto Egli sia: “ Padrone del Mondo, è possibile per due re portare la stessa corona?” Le rispose: “Va' e rimpicciolisciti!” “Padrone del Mondo - gridò la Luna- per il fatto di aver detto una cosa giusta devo rimpicciolirmi?”. »
(bChullin 60b)

« Rispose: “Va' e governerai sia di giorno che di notte!” “Ma che valore ha questo? – gridò la Luna – A cosa serve una lampada alla luce del sole?” Rispose: “ Va' e Israele conterà attraverso di te i giorni e gli anni.” “Ma – disse la Luna – è impossibile fare a meno del Sole per tener conto delle stagioni, come è scritto: “…siano anche indici per le stagioni, per i giorni e per gli anni” (Gen 1, 14). “Va' e i giusti saranno chiamati come te, come è scritto: “ Giacobbe il piccolo” (Amos 7, 2), “Samuele il piccolo” (Mishnà), “David il piccolo” (1° Sam. 17, 14). »
(bChullim 60b)

La risposta offerta dal Creatore costituisce una consolazione: la luna viene considerata per il popolo ebraico anche per le ricorrenze ebraiche e per Rosh Chodesh (cfr Diaspora ebraica e Sinedrio). Questo destino di fallimento riguarda a maggior ragione la successiva compensazione etica (cfr Zaddiq) fondata sull'analogia luna-Israele e esplicata nel richiamo ai giusti di Israele (patriarchi, profeti e re) (cfr Era messianica e Tetragramma biblico).

« Visto che comunque non si consolava, il Santo, benedetto Egli sia, disse: “Portate un sacrificio di espiazione per Me, per aver rimpicciolito la Luna”. Questo è il significato di ciò che diceva Resh Laqìsh quando dichiarava: “Perché a proposito del capro che veniva offerto per il capomese è scritto “Per il Signore”? Perché il Santo, benedetto Egli sia, aveva detto “Che questo capro sia di espiazione per Me, per aver rimpicciolito la Luna” »
(bChullim 60b)

L’inconsolabilità della Luna (Israele) coinvolge il Creatore stesso nell'imperfezione del creato. Anch'esso è costretto a prendersi le proprie responsabilità. Il prezzo dell’atto creativo consiste nella rinuncia ad una prima perfezione, pur con riverenza alla Sua (di Dio onnipotenza e nella Sua sottoscrizione quasi in termini di un contratto (cfr Torah e Tiqqun).
A tal proposito la torah orale si esprime anche in un altro passo:

« R. Levi in nome di R. José b. Ilaj disse: è buona regola che il grande conti con il grande, ed il piccolo con il piccolo. Esaù conta (i mesi) col sole che è grande, Giacobbe conta con la luna che è piccola; come la Luna domina di notte e di giorno, così Giacobbe in parte in questo mondo e in parte nel mondo a venire (cfr Haggadah di Pesach).. R. Nahman disse: È un buon segno; per tutti i tempi in cui perdura la luce del grande, la luce del piccolo non si manifesta; tramonta la luce del grande, si manifesta la luce del piccolo. Così per tutto il tempo per cui perdura la luce di Esaù, la luce di Giacobbe non si manifesta; tramonta la luce di Esaù, si manifesta la luce di Giacobbe, come sta scritto: Sorgi, rivestiti di luce, ecc. (Is. 60, 1-2) »
(Midrash, Bereshit Rabbah 6, 3)

w1rx3m

In questo testo il rispecchiarsi di Israele nella Luna fa sì che l'opposizione sole-luna richiami quella Giacobbe-Esaù (Genesi 25-33). Per la tradizione ebraica Esaù è il simbolo di quelle potenze imperiali (Assiria, Babilonia, Impero Macedone, Impero Romano, Impero Cristiano) che, come il sole, sorgono e tramontano una dopo l’altra, oscurando con la propria luce quella di tutti gli altri astri. Giacobbe/Israele è invece un "popolo lunare" che si oppone agli altri popoli senza negarli (cfr comunque anche Benedizione del sole, Libro di Giosuè e Qiddush haLevanah).

Secondo il calendario ebraico, e l'ebraismo in generale, il giorno inizia con il tramonto. Nei primi versi della Genesi, infatti, si recita:
« Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno » (Genesi 1;3-5)
Da qui si deduce che l'inizio del tempo fosse nell'oscurità e terminasse con il sopraggiungere della nuova oscurità.
L'istante esatto del tramonto è definito come il momento in cui il cielo è diventato abbastanza scuro perché vi si vedano tre stelle.
Fonte Wikipedia


Meraviglioso! :) In Principio vi fu la notte... ;)

Continua...

Edited by Anansi •* - 9/2/2014, 20:28
 
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