Beh, se andessimo a citare ogni personaggio collaterale...
Non credo faccia danni, esprime solo una sua opinione.
Riferisciti meglio a Hitler e Co. magari, quelli si' che erano assatanati. Che poi usavano l'esoterismo piu' nero sotto gli occhi di Vaticano, che li appoggiava.
L'ho preso da Wikpedia perche' non esprime proprie opinioni ma attinge da fonti ufficilai. Perche' non dovrebbe essere una translitterazione? Non c'e' scritto senza fonte. C'e' scritto parecchio.
http://it.wikipedia.org/wiki/AngeloIl termine "angelo" è usato anche per l'ebraico biblico מלאך, mal'akh, sempre con il significato di "inviato", "messaggero"; anche per אביר, avir (lett. "potente" o anche "uomo forte, valoroso" nel Salmo 78,25); per א*להים, 'ělōhîm (sost. masch. pl.; lett. "le Divinità" nel Salmo 8,5); e per שִׁנְאָן shin'an (moltitudini) nel Salmo 68,17.Ancora:
Giudaismo del Secondo TempioÈ tradizione della lingua ebraica del Giudaismo, per similitudine di linguaggio alla tradizione mesopotamica con alcuni termini come Karibu, il termine ebraico come Kerub (כְּרוּב). Nel monoteismo biblico Kerub non è una divinità a cui essere devoti, quanto piuttosto un sottoposto dell'unico Dio onnipotente indicato come Jhwh.
La figura del Kerub compare nel Libro della Genesi:
(HE)
CITAZIONE
« vaygaresh et-ha'adam vaiyashken mikkedem legan-eden et-hakkeruvim ve'et lahat hacherev hammithappechet lishmor et-derech etz hachaiyim »
(IT)
CITAZIONE
« Scacciato l'uomo, collocò a oriente del giardino di 'Éden i Cherubini che roteavano la spada fiammeggiante, per custodire la via che portava all'albero della vita »
(Libro della Genesi, III, 24. Traduzione in italiano di Alfredo Sabato Toaff in Genesi, Bibbia ebraica (a cura di Dario Disegni. Torino, Giuntina, 2010, pag.10)
Mal'akh [di] Jhwh è quindi l'inviato di Dio che trasmette le sue volontà tra gli uomini. Mal'akh viene reso nella versione greca della Bibbia con il termine greco ánghelos.
Così, nel Libro della Genesi, testo databile a non prima della seconda metà del VI a.C.[32], due Mal'akhim [di] Jhwh si presentano a Lot (לוֹט) per salvarlo dalla distruzione di Sòdoma che stanno per compiere per ordine di Dio, e a cui Lot rende omaggio (lett. [prostrandosi] "faccia a terra": אַפַּיִם אָרְצָה, appayim aretzah):
(HE)
CITAZIONE
« vaiyavo'u shenei hammal'achim sedomah ba'erev velovt yoshev besha'ar-sedom vaiyar-lovt vaiyakam likratam vaiyishtachu appayim aretzah »
(IT)
CITAZIONE
« I due angeli arrivarono a Sòdoma sul far della sera, mentre Lot stava seduto alla porta di Sòdoma. Non appena li ebbe visti, Lot si alzò, andò loro incontro e si prostrò con la faccia a terra »
(Genesi XIX,1. Traduzione italiana in Bibbia di Gerusalemme)
Nel Libro dei Giudici, testo del V secolo a.C., un angelo appare alla moglie sterile di Manoach per annunciargli la nascita di colui che li salverà dai Filistei:
« vaiyera mal'ach-hashem el-ha'ishah vaiyomer eleiha hinneh-na....''« L'angelo del Signore apparve a questa donna e le disse: "Ecco, tu sei sterile e non hai avuto figli, ma concepirai e
partorirai un figlio. Ora guardati dal bere vino o bevanda inebriante e dal mangiare nulla d'immondo...''Nel Libro di Zaccaria, testo del V secolo a.C., un angelo compare al profeta per comunicargli delle istruzioni da parte di Dio:
''...et-mal'ach hashem ha'omed bein hahadassim vaiyomeru...''Nel testo apocalittico canonico del II secolo a.C., il Libro di Daniele:
Il nome "
Gabriele" (גַּבְרִיאֵ*ל, Gaḇrîʼēl) deriva da: geber, "uomo" (גָּ֫בֶר, nella sua accezione di "uomo valoroso", ovvero "guerriero") anche gabar (גָּבַר, "essere forte") e el (אֵ*ל, Dio) quindi "Guerriero di Dio" oppure "Dio mi rende forte".
Accanto a Gabriele, sempre nel Libro di Daniele si colloca un altro angelo, il suo nome è Michele.
Il nome "
Michele" (מִיכָאֵ*ל, Mîkhā'ēl) deriva da: mi (מִי, chi), ki (כִּי, come) e el (אֵ*ל, Dio) quindi "Chi (è) come Dio?".
Michele si presenta come un "principe" (שָׂר, sar) che tutela il popolo di Israele dagli altri principi malvagi ovvero angeli malvagi che proteggono i popoli di Persia (פָּרָס, paras) e di Grecia (יָוָן, yavan)
L'Universo, secondo gli Ebrei, è abitato da due categorie di esseri: gli angeli e gli esseri umani.
Dio creò gli angeli con un fuoco divoratore tramite la parola. Vi è una discussione Halakhica.
Gli angeli, secondo le prime fonti rabbiniche, parlano la lingua ebraica, hanno la capacità di volare, sono in grado di spostarsi ovunque nonché di prevedere il futuro[41].
Gli angeli sono generalmente descritti di forma umana o come composti di "acqua e fuoco"[42]; per questa peculiarità si dice che gli angeli rappresentano e sono radicati nella pace, proprio come vi è pace in essi nell'equilibrio tra gli elementi opposti acqua e fuoco.
esistono ordini, classi e schiere a capo delle quali viene distinto un angelo principale.
Innumerevoli gli angeli con i loro rispettivi nomi, tra i quali i più conosciuti Michele, Gabriele, Raffaele (רְפָאֵל Rephael: da רָפָא rapha inteso come "curare, purificare" e אֵל El, "Dio")[44] ed Uriel (אוּרִיאֵל, da אוּרִי uri inteso come "luce", e אֵל El, "Dio": "Luce di Dio" o "Dio è la mia luce")[45] distintamente corrispondenti alle Sefirot Chessed, Ghevurah, Tiferet e Malkhut.
Ognuna delle 70 Nazioni esistenti e descritte nel Tanakh possiede un Principe angelico stretto ad essa tranne il popolo d'Israele direttamente stretto e legato a Dio (gli angeli Michele e Gabriele vengono comunque definiti angeli principi di Israele): nel corso della storia può succedere che un principe angelico abbia il dominio invece di un altro e la Nazione corrispondente domini anche sul popolo d'Israele come successe nell'Esilio in Egitto, ma anche questo succede per Volontà divina: nell'era messianica nessuna Nazione può più dominare sul popolo ebraico.
CITAZIONE
« I cherubini stanno accanto alle sante Chayyot: le loro ali sono alte quanto le loro teste, la Shekhinah si trova sopra i loro dorsi e lo splendore della Gloria sopra i loro volti. Inni e lodi sono sulle loro bocche e delle mani [appaiono] sotto le loro ali ma i loro piedi sono nascosti da esse e corna maestose sovrastano i loro capi. Lo splendore della Shekhinah sta sopra i loro visi e la Presenza di Dio è sopra i loro dorsi »
(El'azar da Worms, Il segreto dell'Opera della Creazione)
Anche il versetto gli angeli sono tenuti in vita solamente dallo splendore della Sua presenza (Esodo R. 32. 4): essi ricevono il proprio "cibo celeste" nella rivelazione di Dio nella Shekhinah e, nel momento in cui essa scende per nutrirli, si coprono il volto per non osservare a lungo la sua essenza; si racconta infatti che i due figli di Aronne Nadav ed Abiu morirono per aver osservato a lungo ed in modo troppo profondo l'Essenza di Dio nella rivelazione della Shekhinah.
Le missioni degli angeliIl motivo fondamentale dell'angelologia rabbinica non è quello di trovare intermediari tra Dio e il mondo, poiché non vi è bisogno di tali intermediari; essi sono infatti compresi nell'Unità divina inoltre i maestri insegnano che è proibito rivolgersi in preghiera agli angeli. Anche attraverso lodi e cantici il vero scopo di essi è la glorificazione di Dio. Quindi il compito primario degli angeli, per gli Ebrei, è quello di onorare Dio, ma anche di portare messaggi agli uomini dotati del grado della profezia, di apportare benedizioni secondo il volere divino o compiere missioni sul piano della Natura e degli uomini, anche in alcuni episodi o particolari della loro storia; non svolgono, quindi, una funzione di intercessione per gli uomini, ma di presentazione agli uomini della volontà di Dio.
Spesso l'entità dell'anima di alcuni uomini, se degni, può essere superiore a quella degli angeli: gli angeli definirono Mosè Moshè Rabbèinu, espressione ebraica tradotta in Mosè Nostro Maestro.
Un angelo conforta Gesù prima del suo arresto nel giardino di Getsemani, di Carl Heinrich Bloch.
Nel CristianesimoIl Cristianesimo ha ereditato la nozione degli angeli dalla cultura religiosa biblico-ebraica, soprattutto di lingua greca, pur ridisegnandone le figure in accordo con il Nuovo Testamento. Così, ad esempio l'angelo ebraico nominato nel Libro di Daniele, Gaḇrîʼēl, reso nei Vangeli in greco antico come γαβριηλ (Gabriēl), in latino, nella Vulgata, come Gabrihel, e Gabriele in italiano è l'angelo dell'Annunciazione.