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Alcune Poesie di Sergej A. Esenin, per la mia amica Nata

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view post Posted on 5/11/2010, 19:22     +1   -1
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“Non ho rimpianti, non chiamo,
non piango,
Tutto passerà, come fumo dai
bianchi meli.
Afferrato dall’oro
dell’appassimento,
Io non sarò mai più giovane. ”
SERGEJ A. ESENIN
(da “Poesie e poemetti, Bur)”


In suo ricordo voglio anche riportare le parole d’addio da lui scritte prima di suicidarsi.

« Arrivederci, amico mio, arrivederci.

Mio caro, sei nel mio cuore.
Questa partenza predestinata
Promette che ci incontreremo ancora.

Arrivederci, amico mio, senza mano, senza parola
Nessun dolore e nessuna tristezza dei sopraccigli.
In questa vita, morire non è una novità,

ma, di certo, non lo è nemmeno vivere. »


“Non ho rimpianti, né parole, né lacrime”

Non ho rimpianti, né parole, né lacrime.
Tutto passerà, come la nebbia dai rami bianchi del melo.
Appassito in una decadenza dorata
mai più io sarò giovane.
Anche il mio cuore toccato dal gelo
ha smesso di battere come una volta.
E questo paese di betulle, di indiana,
più non mi attira, cammina a piedi scalzi.
Spirito vagabondo, di raro ormai
cerchi il fuoco delle mie labbra.
Dove siete, freschezza degli anni passati,
ardore degli occhi, piena impetuosa dei sensi!
Adesso, quasi, non ho desideri. Eppure vita,
che ho fatto io se non sognarti di continuo?
Era come se a primavera, in un mattino sonoro,
me ne andassi in giro sopra un cavallo rosa.
Tutti in questo mondo sono votati alla fine.
Dolcemente intristisce il rame degli aceri…
Ma chiamiamoci dunque felici, benedetti per sempre,
d’essere nati per fiorire e morire.

(Sergej A. Esenin - 1922)

Ogni cosa viva e’ segnata
Sin dalla prima eta’
Se io non fossi un poeta
Sarei un ladro e imbroglione

Scarno, di statura bassa
Tra i ragazzi sempre eroe
Spesso, spesso col sangue al naso
Ritornavo nella mia casa.

Ed incontro alla madre spersa
Rispondevo a denti stretti:
“Non e’ niente, son inciampato
All’indomani saro’ gia’ guarito!”

E addesso, quando ormai si e’ sciolto
Di quei giorni il tormento ardente,
Una forza indomita e audace
Si e' riversata sopra i miei versi.

L’oro dei verbi e il grano,
Sopra ogni riga dei versi
Si riflette ancor l’ardore
Di quel vecchio monello.

Come allora, ardito e fiero
Solo il mio passo si e’ cambiato...
Mi picchavano prima nel muso,
Ma ora mi sanguina il cuore.

E non piu’ alla mamma confesso
Bensi’ a canaglia che sghignazza e ride:
“Non e’ niente, son inciampato
All’indomani saro’ gia’ guarito!”

Io lo ricordo, amata, io lo ricordo,
Lo splendore dei tuoi capelli;
Non fu allegra vicenda, né leggera,
Per me l'abbandonarti.

Delle notti autunnali mi ricordo,
Del murmure nell'ombra di betulle:
E se allora più corti erano i giorni,
Più a lungo dava luce a noi la luna.

Ed io ricordo che tu mi dicevi:
"Questi anni azzurri se ne andranno via,
E tu, mio amato, dimenticherai,
Per sempre, per un'altra".

Ma oggi il tiglio che va rifiorendo
Di nuovo ha ricordato ai sentimenti
Come teneramente cospargevo
A quel tempo i tuoi riccioli di fiori.

E il cuore, non disposto a raffreddarsi,
E amando un'altra con malinconia,
Va ricordando con quell'altra te,
Come un lungo racconto prediletto.

Una sera azzurra

Una sera azzurra, una sera di luna
Sono stato giovane e bello.

Irrevocabile, irripetibile
Tutto è volato via...lontano, senza sosta...

Il cuore è freddo ormai e gli occhi senza luce.
Azzurrà felicità! Notti di luna!

Io ricordo

Io ricordo, o amata, ricordo
Lo splendore dei tuoi capelli,
Senza gioia, con pena
Mi toccò abbandonarti.

Ricordo le notti autunnali,
Il fruscio dell'ombre di betulla.
Fossero stati più brevi i giorni allora
Più a lungo per noi Avrebbe avuto splendore la luna.

Ricordo, tu mi dicevi:
< E tu, o amato, con un'altra
Mi dimenticherai per sempre>>.

Oggi il tiglio in fiore
Ha rinnovato i sentimenti,
M'ha ricordato come teneramente
Spargevo di fiore le ciocche ricciute

E il cuore che mai
Non scema d'ardore
Tristemente amando un'altra,
Come tu fossi la novella preferita,
Con un'altra ti ricorda.


Voi ricordate,
Voi certamente tutto ricordate:
Come io stavo
Alla parete appoggiato,
E come, andando su e giù per la stanza
Un discorso tagliente
Mi scagliavate in faccia.
È tempo di lasciarci, dicevate;
E che vi aveva sfinito
La vita mia dissennata,
Ch'era tempo per voi di lavorare,
E mio destino
Rotolarmene ancora più in basso.
Amore mio!
Voi non mi avete amato.


CHE NOTTE

Che notte! lo non posso.
Non riesco a ubriacarmi.
C'è un tale lume di luna!
É come se ancora custodissi
Nell'anima la giovinezza perduta.

Amica dell'estati ormai fredde,
Non chiamare il giuoco amore,
Meglio che questo lume di luna
Filtri sul mio guanciale.

Lascia che i tratti guastati
Esso disegni arditamente:
Tu non potrai disamare
Così come non hai saputo amare.

Amare si può solo una volta,
E tu mi sei lontana
Perché invano ci chiamano i tigli,
Coi piedi affondati nei mucchi di neve.

Io so e lo sai anche tu
Che in questo azzurro riflesso lunare,
In questi tigli non ci sono fiori:
Su questi tigli c'è neve e brina.

Che più non ci amiamo da tempo,
Tu non mi ami, io ne amo un'altra
E a tutti e due è indifferente
Giocare in un amore a buon mercato.

Ma anche se mi abbracci e accarezzi
Coi baci di un'astuta passione,
Il cuore eternamente sogni il maggio
E colei che per sempre io amo.


Amore mio! perdonami, perdonami,
Niente io ho trascurato,
Ma ciò che ho più caro sul cammino
É quello che per me è irripetibile.
Irripetibili siamo tu e io.
Morremo ed altri dopo noi verranno.
Ma saranno sempre diversi:
Non sono tuo ormai, tu non sei mia.


CON RIMPROVERO NON MI GUARDARE

Con rimprovero non mi guardare,
Io non celo il mio disprezzo per te,
Ma amo il tuo sguardo languido
E la tua astuta dolcezza.

Sì mi ti mostri distesa
E, magari, son lieto di vedere,
Come la volpe, fingendosi morta,
Sta all'agguato dei corvo e dei suoi piccoli.

Ebbene, fa' così pure con me,
Ma perché non s'è spento il tuo ardore?
Nella mia anima indifferente ormai
Si sono imbattute altre simili a te.

Non sei tu che io amo, mia cara,
Tu sei soltanto un'eco, solo un'ombra:
In te io sogno un'altra,
Che ha occhi cerulei.

Anche se essa non appariva dolce
E, magari, era fredda all'aspetto,
Con la sua maestosa andatura
Profondamente mi scuoteva l'anima.

E una come lei non l'offuschi,
E te ne andrai, anche se non vuoi,
Ma non potrai già ferirmi il cuore
Con una menzogna intrisa di carezze.

E tuttavia, pure disprezzandoti,
Sconcertato scopro per sempre
Che se non ci fosse inferno e paradiso,
L'uomo stesso l'inventerebbe

L'uomo nero

Amico mio, amico mio,
Sono molto molto malato.
Io stesso non so da dove mi venga questo male.
Se sia il vento che sibila
Sul campo vuoto e deserto,
forse, come a settembre al boschetto,
È l’alcool che sgretola il cervello.

La mia testa sventola le orecchie,
Come fa un uccello con le ali.
La mia testa non è più capace
Di ciondolarsi sul collo.
Un uomo nero,
Nero, nero,
Un uomo nero
Si siede sul mio letto,
Un uomo nero
Non mi lascia dormire per tutta la notte.

L’uomo nero
Scorre il dito su un libro schifoso
E, con canto nasale sopra di me,
Come un monaco su un morto,
Mi legge la vita
Di un certo mascalzone e furfante,
Cacciando nell’anima angoscia e paura.
L’uomo nero
Nero, nero...

«Ascolta, ascolta, -
Mi farfuglia, -
Nel libro ci sono molti bellissimi
Pensieri e progetti.
Quest’uomo
Viveva nel paese
Dei più repellenti
Teppisti e ciarlatani.

In dicembre in quel paese
La neve è pura fino al demonio,
E le bufere mettono in moto
i più allegri filatoi.
Quell’uomo era un avventuriero,
Ma della marca migliore
La più alta.

Egli era elegante,
E per giunta poeta,
Anche se piccola,
Afferrava la sua forza,
E una certa donna,
Che aveva quarant’anni e passa,
Lui la chiamava bambina cattiva
E la sua amata».

«La felicità – diceva,–
È destrezza di mente e mani.
Tutte le anime maldestre
Sono note per la loro infelicità.
Non importa,
Se molti tormenti
Sono frutto di gesti
Tortuosi e menzogneri.

Nelle tempeste, nei temporali,
Nella gelida vita,
Nelle perdite gravi
E quando sei triste,
Apparire sorridente e semplice –
È l’arte più sublime del mondo».

«Uomo nero!
Non osare questo!
Tu non sei in servizio
Come un palombaro.
Che m’importa della vita
Di un poeta scandaloso.
Per favore, a qualcun altro
Leggi e racconta».

L’uomo nero
Mi guarda fisso.
E gli occhi si tingono
Di un vomito azzurro,
Quasi volesse dirmi,
Che io sono delinquente e ladro,
Che in modo svergognato e impudente
Ha derubato qualcuno.


"Alenushka"


Fiorisci fiore fiorisci
respira l’aria di primavera
esci e cresci tremante e spera
che l’umore non sia confuso con l’amore
e tu non sia sacrificato e offerto
nel nome di un sentimento indistinto
spinto dal cuore che batte soltanto più forte.



"Stagno"


Penso: "nel bene e nel male: io ti amo!"
ma forse più nel male che nel bene. oggi.
domani notte
baciarti il sesso
mi auguro abbia più senso.
rimane dunque un sonetto incompleto il mio amore per te.
 
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NeoNata
view post Posted on 5/11/2010, 19:31     +1   -1




Stupende e proffondamente emozionanti! Grazie, Manu! image
 
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view post Posted on 6/11/2010, 00:36     +1   -1
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Grazie a te cara Nata che mi hai fatto conoscere o ritrovare questo fantastico e geniale poeta russo, che mi sembra di aver già conosciuto.

Le sue sono poesie veramente emozionanti e la mia ricerca è solo all'inizio.

Devo riprendere ad occuparmi di questa bellissima Sezione che ci aiuta ad amare la Poesia!!!

Baci

Manu
 
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Dennis4
view post Posted on 2/5/2014, 11:53     +1   -1




Non si è suicidato
 
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3 replies since 5/11/2010, 19:22   10539 views
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