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L’influenza delle emozioni sulla digestione

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view post Posted on 3/8/2007, 10:15     +1   -1
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Imperatrice della bambagia!

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Se si tiene conto che ogni problema fisico è direttamente legato ad un modo
di pensare, diventa facile giungere alla conclusione che la difficoltà nel
digerire un alimento corrisponde ad una difficoltà nel digerire bene, vale a
dire ACCETTARE, un’altra persona o una situazione.

Va da se che se abbiamo un problema nell’accettare ciò che avviene, ad
accettare l’atteggiamento ed il comportamento di qualcuno, questo tipo di
situazione ci farà vivere molte emozioni. Prima d’andare oltre, voglio
precisare bene la differenza tra un’emozione ed un sentimento.

Un’emozione è un’attività mentale d’accusa, dunque di non accettazione. Nel
momento in cui incominciamo ad accusarci o ad accusare qualcun altro, non
siamo più in grado di sentire: il nostro ego prende il sopravvento sul
nostro cuore, poiché non è d’accordo con ciò che accade. L’attività mentale
prende il sopravvento e si manifestano delle emozioni, in particolare la
collera. Si sono sempre molte altre emozioni associate alla collera:
l’aggressività, l’impazienza, l’intolleranza, la frustrazione, e si può
arrivare fino al rancore e all’odio. Ritroviamo sempre dietro a tutte
queste emozioni un grande sentimento di dolore o di tristezza. Perché?
Perché la nostra anima soffre all’idea che smettiamo di provare qualcosa.


Un sentimento corrisponde piuttosto alla capacità di provare qualcosa mentre
osserviamo quello che accade, senza attività mentale né accusa. Per esempio,
un sentimento d’ammirazione alla vista di qualcosa di bello, un sentimento
di gioia nel sentire la risata di un bambino, ecc. Può anche provenire da
una situazione considerata negativa, come un sentimento di paura quando si
sta per cadere, un sentimento d’abbandono quando qualcuno ci ha dimenticato,
ecc. Perché questo possa essere considerato sentimento, dobbiamo sentire ciò
che accade interiormente ed essere capaci di guardare questi sentimenti
senza giudicarli né bene né male. Si tratta della capacità di “sentire” e
darsi il diritto d’essere umani e soprattutto d’avere delle paure che
provengono dalle nostre ferite non guarite dell’anima. Una persona che può
arrivare a sentire in questo modo, senza giudizio, è allora in grado di
agire così con gli altri. Così eviterà di vivere delle emozioni e, di
conseguenza, dei problemi di digestione.


Vi siete già chiesti perché lo stomaco è situato proprio vicino al cuore?
Sapete, la sua morfologia non è casuale: il corpo è creato in modo molto
intelligente. Per esempio, il cuore è situato nel pieno centro del corpo per
indicarci che un essere umano centrato è una persona che sta nel proprio
cuore. Avrete anche sicuramente notato che il cuore non è più veramente al
centro del corpo fisico e questa constatazione è interessante, perché il suo
posto naturale dovrebbe essere al centro del corpo. Per il moment, il cuore
della maggior parte della gente è decentrato per mostrarci a quale punto
noi, gli esseri umani, siamo diventati decentrati nel corso degli anni e
delle generazioni. Una persona centrata nel proprio cuore è colei che può
osservare tutto ciò che accade, tutte le persone intorno a sé, senza mai
giudicare chicchessia come buono o cattivo, corretto o no. Ella accetta che
ciascuno è differente.


Per contro, la persona decentrata è colei che giudica, che critica
facilmente ogni volta che le cose non avvengono secondo le sua aspettative o
quando la gente intorno a lei non agisce secondo le sue aspettative o le sue
credenze. Prendiamo l’esempio di una signora che non può accettare la
cattiva abitudine del marito di rimandare sovente all’indomani quello che
deve fare. Lei giudica questo comportamento come «cattiva abitudine» secondo
dei criteri che si basano sulle sue credenze, apprese in gioventù. Ciò
implica che ogni volta che lui si comporta in questo modo, la collera prende
il sopravvento su di lei, indipendentemente dal fatto che lei la esprima
oppure no. Se lei si trattiene dall’esprimerla, essa le creerà ancora più
danno nel suo corpo fisico.


Il fatto di vivere questa collera la blocca impedendole di essere nel
proprio cuore e di sentire le paure che si risvegliano in lei a causa di
questo comportamento e allo stesso modo le impedisce di scoprire ciò che
vive suo marito, ciò che lo aiuterebbe a scoprire le paure che gli
impediscono di passare all’azione immediatamente. Nel bloccare il proprio
cuore, lei blocca contemporaneamente il suo stomaco che non è più in grado
di portare avanti il suo lavoro in maniera naturale.

Perché è così difficile accettare gli altri senza giudicarli ed è così
facile volerli cambiare? Ciò proviene principalmente dalle nostre ferite di
tradimento o di ingiustizia. La ferita del tradimento viene attivata nel
momento in cui l’altro agisce in maniera opposta a ciò che noi ci
aspettiamo. Crediamo che una persona che ci ami debba sempre cercare di
farci piacere. Non facciamo differenza tra «piacere» e «amare». Qualcuno può
scegliere di non farci piacere, vale a dire non agisce secondo le nostre
aspettative, e ci ama comunque.

Per esempio, non è che dal momento che l’uomo ha scelto di rimandare
all’indomani ciò che la moglie vuole oggi egli sta per comunicarle che non
la ama. Egli non fa altro che affermare ciò che preferisce. Se ascoltare le
proprie preferenze lo mette in una situazione precaria, questo non riguarda
che lui, perché sarà soltanto lui a doversene assumere le conseguenze. Il
fatto che la moglie vive tante emozioni proviene sicuramente dal fatto che
crede di dover essere lei ad assumerne le conseguenze: è falso. La legge
della responsabilità dice bene che nessuno al mondo si trova qui per
assumersi le responsabilità o le conseguenze degli altri. Coloro che non
rispettano questa legge della responsabilità sono coloro che vivono molte
emozioni, che si sentono spesso molto in colpa o che cercano di
colpevolizzare gli altri.


La ferita dell’ingiustizia si attiva quando crediamo che qualcosa non sia
giusto o giustificato o non sufficientemente perfetto. Noi dobbiamo
soprattutto paura d’essere giudicati. Prendiamo l’esempio del padre che non
riesce a digerire il modo di vivere, di vestirsi, di pettinarsi del figlio e
che si ritrova ad essere ansioso, perché il figlio non vuole più continuare
gli studi. Da quando è nato sogna di vederlo riuscire negli studi e
soprattutto che abbia una brillante carriera. La sua motivazione è
principalmente la paura di ciò che diranno gli altri se suo figlio si
trascina per strada, perché lui è riuscito, anche senza studi universitari,
a farsi strada nella società. Crede sinceramente che sia ingiusto da parte
di suo figlio non approfittare dell’opportunità che ha di studiare a lungo
quando lui, il padre, non ne ha avuto la possibilità, venendo da una
famiglia molto povera. La sua difficoltà a digerire questa situazione ed il
comportamento di suo figlio influiscono direttamente sulla sua capacità di
digerire il cibo.


Il corpo fisico ha un’intelligenza perfetta e rappresenta uno strumento
formidabile per portare la nostra attenzione su come vivere in armonia. Di
fatto, siete forse obbligati a dover sempre indicare al vostro stomaco come
digerire tutto quello che gli date? No, al contrario vi fidate del fatto che
il vostro corpo sa da solo come digerire. La stessa cosa vale per tutto
quello che avviene intorno a noi. Non dobbiamo dire a tutti come vivere la
loro vita, dobbiamo aver fiducia nel fatto che ciascuno sappia nel profondo
di se stesso ciò di cui ha bisogno e qualunque siano le sue decisioni nella
vita questi imparerà qualcosa che gli sarà utile un giorno.


Questo non impedisce i dare dei consigli, di voler dirigere un’altra
persona, ma c’è una netta differenza tra dirigere e voler controllare. La
persona che dirige dà i suoi consigli o i suoi suggerimenti e lascia poi
andare non preoccupandosi di cosa l’altro farà dei suoi consigli. Non vivrà
dunque delle emozioni se l’altro avrà un’opinione diversa e non avrà quindi
problemi di digestione.

Ciò che abbiamo detto si applica anche a noi. Ogni volta che non riusciamo a
digerire un nostro comportamento o un nostro atteggiamento interiore,
influenziamo il nostro modo di digerire il cibo. Non digerirci significa
provare della collera per noi stessi e volerci cambiare a tutti i costi
quando agiamo in maniera opposta a ciò che ci dice il nostro ego, che
corrisponde all’insieme di tutte le nostre credenze.


Uno strumenti per eccellenza che ci vengono in aiuto per digerire meglio ciò
che avviene intorno a noi è la tecnica dello specchio. Si dimostra
infallibile, perché si basa unicamente sulla legge della responsabilità e
della compassione. Ogni volta che una persona ci da fastidio, ci fa vivere
della collera, è importante osservare di cosa accusiamo questa persona.
Ritorniamo all’esempio della signora che viene disturbata dal comportamento
del marito. Ciò che la disturba è il fatto che lui rimandi all’indomani.
Allora lei deve chiedersi di cosa lo accusa. Se lo accusa di essere pigro,
indica che lei ha una credenza secondo cui essere pigri è qualcosa di
inaccettabile. Ci troviamo tutti su questo pianeta per imparare ad
accettarci sia nei nostri aspetti positivi che negativi. Sfortunatamente, a
seguito della nostra educazione, abbiamo appreso che tutto ciò che è
considerato negativo è inaccettabile. Chi decide cosa è negativo e cosa non
lo è? SOLTANTO l’EGO. Poiché ciò che si rivela negativo per una persona può
mostrarsi molto positivo per un’altra.


Così impariamo che la signora, non accettando l’aspetto pigro del marito,
non accetta questo aspetto in se stessa. Ciò significa che fintanto che si
vede vivere un po’ di pigrizia si sente colpevole e ce l’ha con se stessa.
Può persino nascondersi di avere voglia di un momento di pigrizia. E questo
può anche arrivare a non autorizzarsi mai ad avere momenti di pigrizia. Più
lei se ne priva, più vorrà impedirlo agli altri e più vivrà delle emozioni
nel momento in cui qualcuno si autorizza a fare qualcosa che lei non osa
permettersi per non sentirsi in colpa.


Questa tecnica dello specchio è eccellenti per aiutarci ad accettare tutti
gli aspetti di noi. Se la signora si prende il tempo di guardarsi quando
vive un momento di pigrizia senza giudicarsi ne criticarsi e si chiede qual
è il suo intento in quel momento, vedrà bene che a causa del fatto che
rispetta i suoi limiti in certi momenti ha il diritto di non voler fare
niente. Nel darsi questo diritto le sarà molto più facile sapere cosa vive
suo marito perché, in quei momenti di pigrizia, anche lui ha lo stesso
intento.


La cosa più stupefacente da scoprire con questa tecnica è che quando
accusiamo gli altri di qualcosa e noi non crediamo di essere così, in realtà
altre persone ci accusano della stessa cosa. La signora potrebbe, per
esempio, chiedere a suo marito se, in un dato momento, lui l’ha trovata
pigra, in un ambito qualsiasi della vita. Secondo lui, per esempio, lei è
pigra nel campo dell’esercizio fisico o nell’occuparsi dei conti di casa.

Per terminare, ogni volta che avete un problema di digestione, invece di
chiedervi: «Cosa ho mangiato o bevuto che mi difficile mandar giù in questo
momento?», vi consiglio di chiedervi, invece: «Che cosa ho difficoltà a
digerire in questo momento, quale comportamento non mi va giù e non risponde
alle mie aspettative?». Nel fare questo tipo di lavoro di accettazione
scoprirete che non c’è nessuno al mondo che ha per missione di rispondere
sempre alle vostre aspettative e che anche voi non siete qui per rispondere
alle aspettative degli altri. E sarete lieti di con statere che le vostre
relazioni ne gioveranno nettamente.

Vi auguro una BUONA DIGESTIONE!
di Lise Bourbeau

(articolo pubblicato su Bio Contact, Gennaio 2005)

ciao
sara
 
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elisir72
view post Posted on 23/2/2008, 21:13     +1   -1




Ciao Sara,
che bell'articolo...e pensare che l'ho letto solo oggi ..io ho iniziato ad avere problemi di digestione circa 2 anni e mezzo fa, quando avevo problemi di salute e quando ero boloccata col dottorato..non accettavo i problemi, ma soprattutto non accettavo il fatto di non essere ancora riuscita a finire il dottorato. I miei mi hanno sempre trasmesso un senso di responsabilita' ed ero stata sempre la studentessa modella, sempre promossa, ho sempre finito le cose che avevo iniziato..in quel periodo ero andata da un medico omeopata che mi aveve dato delle gocce (non ricordo quali), mi aveva dato alcuni consigli sul mangiare sano e mi aveva consigliato un po' di cromoterapia, che in quel periodo mi aveva tranquillizzato....
Ora ho raramente problemi di digestione, ma talvolta riappaiono, soprattutto in periodi di stress, quando devo aspettare i professori (che non mi rispondono), quando mi sembra di essere troppo lenta...anche se le cose sono migliorate, mi sono sbloccata, ora sto lavorando a degli articoli che mi permetteranno di finire...
un bacio
:)
 
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1 replies since 3/8/2007, 10:15   724 views
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