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Replying to RIFLESSIONI SUI RUOLI DELLA VITTIMA E DEL CARNEFICE
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Last 10 Posts [ In reverse order ]
OStellaPosted: 15/8/2007, 17:07
E' davvero interessante questo articolo Marcello :) ;)

CITAZIONE
La vittima, ormai è chiaro, in qualche modo attira il proprio carnefice attraverso meccanismi talvolta palesi e altre volte molto più sottili, tanto che possono anche sfuggire ad un'osservazione superficiale, ma che energeticamente sono assai potenti e comunque si rivelano attraverso piccoli gesti o atteggiamenti che apparentemente possono anche non sembrare così significativi. In ogni caso, il potenziale carnefice sente queste energie come un segugio e le segue fino a trovare la sua potenziale vittima, la quale lo ha attirato su di sè senza rendersene conto, indicandogli il percorso passo per passo. Per sradicare il meccanismo esiste un solo modo, quello dell'elaborazione e della trasformazione consapevole. Una volta conosciuto il meccanismo, questo può essere interrotto prima che venga reiterato. Dal punto di vista del potenziale carnefice, prima di esercitare l'atto violento è possibile bloccarlo e disinnescarlo, con un atto di volontà consapevole che rinuncia alla rivalsa sulla vittima di turno che il destino gli ha messo di fronte. Dal punto di vista della potenziale vittima, si tratta invece di riconoscere i propri comportamenti e atteggiamenti da vittima designata che possono derivare da un oscuro e sottile sentore di aver qualche colpa da espiare, modificati i quali verrà disinnescato anche il meccanismo che attira su di sè il carnefice di turno.

Per quella che è la mia esperienza personale sono assolutamente d'accordo. :)
Marcello PhoenixPosted: 9/12/2006, 13:10
14/10/2006
RIFLESSIONI SUI RUOLI DELLA VITTIMA E DEL CARNEFICE
<_<
L'analisi del caso del calciatore francese accusato di stupro di cui abbiamo parlato due giorni fa, al link http://fohat.blog.dada.net/permalink/290206.htmle altri casi che abbiamo studiato in altre occasioni, ci portano oggi a fare alcune riflessioni circa i ruoli della vittima e del carnefice, che apparentemente sembrano essere così ben distinti e radicalmente diversi tra loro. Se osserviamo i fatti nel modo in cui ci viene spontaneo fare ordinariamente, vediamo infatti in queste occasioni un carnefice esercitare un atto di violenza e ingiustizia su una vittima innocente, e vediamo dunque un ben distinto 'cattivo' da una parte, e un ben distinto 'innocente' dall'altra. Nessuno può avere dei dubbi su chi sia il buono e chi il cattivo, e da che parte stiano la ragione e il torto. Se però andiamo a vedere i quadri astrali di vittime e carnefici, notiamo che molto spesso le configurazioni che si osservano sono del tutto simili. Per fare un esempio, la quadratura Venere-Marte inserita in un quadrato a T carico di fattori karmici che abbiamo trovato nel tema natale di Dembele Garra, arrestato con l'accusa di stupro, la ritroviamo anche nel radix di Desirè Piovanelli, la ragazza bresciana uccisa alcuni anni fa durante un tentativo di violenza di gruppo. Questo ci fa pensare che, in un caso e nell'altro, ci troviamo di fronte a soggetti portatori dello stesso tipo di problematica karmica, quella relativa ad una non corretta gestione della pulsione sessuale e del rapporto col sesso opposto. Nel primo caso questa problematica si manifesta dal lato attivo (proprio della polarità maschile), cioè viene esercitata su un soggetto ricevente, mentre nel secondo viene invece vissuta dal lato ricettivo (proprio della polarità femminile), e viene quindi subita ad opera di un soggetto che la esercita. Si tratta però della stessa, identica tematica.
-_-
Il fatto che vittime e carnefici presentino configurazioni astrologiche di nascita del tutto simili, forse anche interscambiabili, deve pur significare qualcosa. Vediamo allora di andare più a fondo analizzando questi ruoli alla luce della conoscenza esoterica, e in particolare dei meccanismi del karma. Secondo le leggi occulte che regolano l'interazione tra le polarità opposte, i ruoli di vittima e carnefice possono essere considerati non solo complementari (nel senso che il carnefice cerca la sua vittima, ma al tempo stesso la vittima attira il suo carnefice), ma persino interscambiabili. Tali ruoli sono ben distinti, infatti, solo se prendiamo in considerazione l'arco che comprende una sola incarnazione fisica, ma se abbracciamo periodi più ampi e teniamo conto dei meccanismi del karma, possiamo ragionevolmente ritenere che ogni vittima è stata carnefice in un tempo antecedente, e che ogni carnefice è destinato a trasformarsi in vittima in un tempo successivo. Ad accomunarli è il tipo di tematica in gioco, che verrà vissuta alternativamente dal lato attivo o dal lato ricettivo da un'incarnazione all'altra, e questo fino a quando la tematica stessa non verrà rielaborata e trasformata in qualche cosa d'altro. Soltanto questo può spiegare perchè le configurazioni astrali di vittime e carnefici sono sostanzialmente le stesse.
:blink:
A conferma di quanto detto, c'è anche un'altro fatto da considerare. E' noto che, nella stragrande maggioranza dei casi, i soggetti che esercitano violenze su altri sono stati loro stessi sottoposti ad atti di violenza in un tempo antecedente, spesso da bambini. Evidentemente l'aver subito un certo tipo di trauma fa scattare un certo meccanismo psicologico come di rivalsa, di vendetta contro una società, un'umanità che è stata ingiusta deve essere per questo punita. Questo desiderio di rivalsa tenderà a rivolgersi contro qualcuno che, per suo karma personale, è destinato in questa incarnazione a vivere a sua volta una situazione traumatica dal lato ricettivo, e in questo modo attirerà magneticamente il suo carnefice, naturalmente in modo del tutto inconsapevole. I soggetti/vittima, infatti, di regola vivono all'ombra di un sentimento di vago senso di colpa, che può derivare dall'aver fatto del male in una vita anteriore dimenticata, e che attiva il meccanismo che attira i carnefici. Ciò che sembra emergere è quindi che vittime e carnefici potrebbero essere sostanzialmente la stessa cosa, sono sempre gli stessi soggetti che si scambiano i ruoli da un'incarnazione all'altra (ma a volte lo scambio di ruolo avviene persino nel corso della stessa incarnazione), fino a quando non viene sradicato il meccanismo psicologico di rivalsa (lato attivo/carnefice) o di oscuro senso di colpa (lato ricettivo/vittima) che porta a prolungare all'infinito la catena di alternanza tra violenze prima esercitate e poi subite.
:wacko:
Del resto anche la moderna psicologia, senza scomodare l'esoterismo, sta arrivando a riconsiderare i ruoli della vittima e del carnefice, riconoscendo la loro complementarietà. La vittima, ormai è chiaro, in qualche modo attira il proprio carnefice attraverso meccanismi talvolta palesi e altre volte molto più sottili, tanto che possono anche sfuggire ad un'osservazione superficiale, ma che energeticamente sono assai potenti e comunque si rivelano attraverso piccoli gesti o atteggiamenti che apparentemente possono anche non sembrare così significativi. In ogni caso, il potenziale carnefice sente queste energie come un segugio e le segue fino a trovare la sua potenziale vittima, la quale lo ha attirato su di sè senza rendersene conto, indicandogli il percorso passo per passo. Per sradicare il meccanismo esiste un solo modo, quello dell'elaborazione e della trasformazione consapevole. Una volta conosciuto il meccanismo, questo può essere interrotto prima che venga reiterato. Dal punto di vista del potenziale carnefice, prima di esercitare l'atto violento è possibile bloccarlo e disinnescarlo, con un atto di volontà consapevole che rinuncia alla rivalsa sulla vittima di turno che il destino gli ha messo di fronte. Dal punto di vista della potenziale vittima, si tratta invece di riconoscere i propri comportamenti e atteggiamenti da vittima designata che possono derivare da un oscuro e sottile sentore di aver qualche colpa da espiare, modificati i quali verrà disinnescato anche il meccanismo che attira su di sè il carnefice di turno.

:cry: articcolo di Gabriele Bertani | 14 Ott 2006
:(


VITTIME E CARNEFICI NELLE RELAZIONI DI COPPIA

Riprendiamo oggi il tema della polarità tra i ruoli di vittima e carnefice che abbiamo trattato nei giorni scorsi, e vediamo come questo si manifesta nell'ambito delle relazioni di coppia. Il rapporto di coppia è infatti uno dei luoghi dove questa polarità si manifesta più frequentemente, dando luogo a situazioni potenzialmente devastanti dal punto di vista psicologico e non solo. Una delle più classiche circostanze da cui può avere origine questo tipo di situazione, è quella in cui uno dei due soggetti teme di perdere l'altro per qualche ragione, auto-attribuendosi in questo modo il ruolo di polo debole (potenziale vittima) e assegnando all'altro quello di polo forte (potenziale carnefice).

Dal punto di vista karmico, naturalmente l'origine di queste situazioni va ricercata in una problematica non risolta che riguarda la gestione del potere personale e l'attaccamento, che si manifesta attraverso i suoi vari derivati che sono la possessività, la gelosia, la volontà di dominio, il sadismo ma anche la sottomissione, la paura di essere abbandonati, il masochismo e l'autolesionismo quando assumono la forma passiva-ricettiva. Il 'gioco di potere' relazionale si verifica quando si fa confusione tra l'amore propriamente detto (che per sua natura è disinteressato, senza aspettative e rispettoso della personalità e della libertà dell'altro) e la possessività, cioè quando anzichè amare una persona la si vuole possedere, la si vuole con sè (e possibilmente in esclusiva) indipendentemente dalla sua volontà, e magari si pretende anche di plasmarne la personalità a proprio piacimento ricorrendo a tecniche manipolatorie palesi o sottili, che non di rado fanno leva anche su una pulsione istintiva potente e non facile da gestire come quella sessuale.

Si tratta di tematiche di chiara matrice astrologica Scorpionico/Plutoniana, che sono identificabili a livello di carta natale nella presenza di specifiche configurazioni problematiche che coinvolgono appunto il segno dello Scorpione, l'asse 2a-8a Casa o Plutone in aspetto critico ai pianeti personali. Nella maggior parte dei casi è la femmina, per via della sua naturale polarizzazione prevalentemente ricettiva, a tendere ad assumere il ruolo di polo debole, mentre il maschio, a prevalente polarizzazione attiva, si trova più frequentemente a fungere da polo forte. Tuttavia non è sempre così, e può accadere il contrario nel caso in cui si trovano di fronte una donna dalla personalità spiccata e un uomo dalla personalità blanda, mentre in altri casi i ruoli possono anche alternarsi tra i due soggetti coinvolti. Non va comunque dimenticato che da un'incarnazione all'altra le polarizzazioni si invertono, e quindi, se la tematica di fondo non viene elaborata e trasformata, ognuno è destinato a sperimentare la tematica stessa alternativamente dalla posizione di polo forte e di polo debole.

Tornando alle dinamiche relazionali, una volta che si sono formati i due ruoli opposti-complementari, si viene a creare una situazione dove il polo forte detiene il potere e detta le condizioni, mentre il polo debole si sottomette e obbedisce agli ordini. Si tratta evidentemente di una circostanza potenzialmente assai pericolosa, dove il polo forte ha la possibilità di perpetrare ogni sorta di abuso a sua discrezione (con tutto ciò che ne può conseguire sul piano karmico), mentre il polo debole può subire ogni sorta di umiliazione fino anche, quando il gioco si fa veramente duro, ad essere indotto a commettere atti inimmaginabili pur di far piacere al proprio 'padrone' che teme di perdere. Molto spesso il polo debole ricorre al ricatto affettivo ("non posso vivere senza di te"), cercando, non di rado con successo, di mettere anche il partner in una condizione di disagio e magari di invertire i ruoli, mentre per il polo forte non sarà facile resistere alla tentazione di alimentare il proprio Ego esercitando tutto il potere che l'altro gli ha attribuito ("se vuoi che resti con te, devi fare questo e quest'altro") o mantenere la fermezza e la serenità di fronte al ricatto affettivo. Le conseguenze di un simile gioco prolungato e portato all'estremo possono essere, come si può facilmente immaginare, devastanti per entrambi i poli.

Da un punto di vista karmico-evolutivo, il formarsi di una polarità vittima-carnefice va comunque vista come un'opportunità che viene offerta ai soggetti coinvolti di elaborare la problematica karmica che ha determinato la situazione stessa. Sia il carnefice che la vittima, possono infatti, se lo vogliono, spezzare la catena di ripercussioni karmiche che ha la cattiva gestione del potere personale e l'attaccamento come temi di fondo, attraverso un atto di volontà consapevole. Da parte del potenziale carnefice, questo può essere fatto rinunciando a perpetrare facili abusi sulla vittima predestinata nonostante questa, letteralmente, glielo chieda con i suoi atteggiamenti. Da parte della potenziale vittima il gioco perverso può essere invece interrotto evitando di auto-assegnarsi il ruolo di polo debole, ad esempio rinunciando al morboso attaccamento all'altro e cercando piuttosto di risolvere la problematica personale che l'ha indotto a ritrovarsi in quella situazione.